
Rebecca Aretini
San Casciano (Firenze), 23 agosto 2022 - Mercatale sta vivendo in queste ore drammatiche il lutto per la scomparsa della sua seconda paesana: a neanche un mese di distanza dal terribile incidente che ha stroncato la vita dell’atleta mercatalina Sara Bartoli, lo scorso 27 luglio, Rebecca Aretini è morta ieri sulle Apuane, precipitando per decine di metri mentre era impegnata in un’escursione sulla cresta del Monte Macina insieme al fidanzato.
Rebecca aveva 28 anni, era residente a Mercatale insieme ai suoi genitori e ai due fratelli, amava la natura e le lunghe camminate all’aria aperta in compagnia, anche del suo cane. “Great things are done when men and mountains meet” (“Grandi cose vengono fatte quando gli uomini e le montagne s’incontrano“): citava spesso l’aforisma del poeta inglese William Blake, quasi a ricordarle che dal suo immergersi nella natura, attraverso le frequenti camminate, escursioni o anche la semplice contemplazione, ne avrebbe tratto ispirazione e idee per progettare il suo futuro. Natura e arte erano un binomio inscindibile per Rebecca, che, anche grazie alla sua formazione artistica liceale, riusciva ad apprezzare stili artistici molto diversi e lontani nei secoli, traendo ispirazione allo stesso tempo dai quadri del surrealista Mirò e dalla “Nascita di Venere” di Botticelli. La sua passione per l’arte si era espressa anche nello studio del teatro, quando da piccola prendeva lezioni di recitazione a San Casciano.
Riservata e carismatica, Rebecca era una ragazza con cui bastava poco per entrare in sintonia: “Una persona tranquilla – la ricorda così l’amica Alma – che con pochi gesti e poche parole riusciva a metterti a tuo agio. Questa tragedia ci ha sconvolti”. Insieme ai familiari di Rebecca piangono la sua scomparsa gli amici e il paese intero di Mercatale, distrutto da questa estate di tragedia.
La montagna era la sua passione: la ragazza era un’escursionista esperta e conosceva benissimo i rischi che si incontrano quando si affronta una cima. La cresta del Monte Macina non è una vetta agevole, ma quando si è sulla sommità, dall’alto dei suoi 1.500 metri di quota il panorama ripaga in pieno lo sforzo compiuto. Cosa sia successo effettivamente e cosa abbia causato la caduta per decine di metri fino al sentiero sottostante lo ricostruiranno i tecnici del Soccorso alpino, che hanno raggiunto Rebecca con molte difficoltà, anche a causa delle nuvole basse che hanno reso problematico il volo dell’elisoccorso Pegaso3 alzatosi in volo dal Cinquale. Prima di loro la ragazza era stata raggiunta dal fidanzato sconvolto: respirava debolmente, ma non rispondeva a nessun altro stimolo. Nonostante comunicazioni complicate via cellulare, che in zona non prende bene, i soccorritori sono riusciti a farsi un’idea della situazione e a calarsi a terra pronti al peggio. Il loro intervento alla fine è stato inutile. Troppo gravi le ferite e le lesioni provocate dalla caduta nel dirupo, da uno dei crinali delle Apuane più belli e più difficili.