
Lunedì all’Accademia reading teatrale sulla travagliata realizzazione de ’I Prigioni’ di Michelangelo
La tomba di papa Giulio II nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma è uno dei progetti più ambiziosi e travagliati dell’intera carriera di Michelangelo. Ricevuto l’incarico nel 1505, tutto si arena fino al 1544, fra irrequietezza, delusione e avvilimento. Di quella grandiosa impresa restano i sei “Prigioni“, pensati per la versione più ambiziosa della sepoltura. Quattro di essi - Lo Schiavo giovane, Lo Schiavo barbuto, L’Atlante e Lo Schiavo che si ridesta – sono conservati alla Galleria dell’Accademia, due si trovano al Louvre. Opere incompiute, eppure di una forza espressiva travolgente, i Prigioni rappresentano il simbolo stesso della lotta dell’artista con la materia, e della tensione creativa tra idea e realizzazione.
È proprio attorno a queste sculture, che lunedì alle 18 si svolgerà il reading teatrale “Non ha la par cosa tutto il mondo. I Prigioni e la travagliata impresa della tomba di Giulio II”, con lo storico dell’arte Tomaso Montanari e l’attore Francesco Gori.
L’evento fa parte della rassegna “L’eterno contemporaneo. Michelangelo 1475 – 2025“, con cui la Galleria dell’Accademia celebra i 550 anni dalla nascita di Michelangelo.
Il reading racconta la storia dei Prigioni, la loro genesi, il fallimento dell’impresa e aggiunge la riflessione sull’artista come creatore e come uomo. La narrazione storica è un confronto diretto con il genio inquieto di Michelangelo, con la sua visione, le sue ossessioni, i suoi conflitti. Lo spettacolo, che sarà replicato in autunno, è costruito su testi tratti dalle lettere di Michelangelo, dalle Vite di Giorgio Vasari e dalla biografia di Ascanio Condivi. Ingresso libero su prenotazione tramite Eventbrite, https://non-ha-la-par-cosa-tutto-il-mondo.eventbrite.com/
Olga Mugnaini