di Rossella Conte
È tornata a casa come ogni giorno, nel suo quartiere, quello dove è cresciuta, che conosce a memoria. Erano le 18, il sole ancora alto. Alice, 36 anni, fiorentina, era appena arrivata davanti al portone. Ma prima che riuscisse a inserire la chiave nella toppa, l’incubo. Un uomo, un nord africano di 50 anni, le è piombato addosso da dietro. L’ha palpeggiata, poi strattonata, infine minacciata. È successo in via di Coverciano, in uno dei quartieri considerati tra i più tranquilli e residenziali della città.
"Stavo aprendo la porta – racconta – quando è passato e mi ha toccato il sedere. Ho urlato, lui ha iniziato a strattonarmi, mi voleva colpire in faccia. Ho reagito, gli ho dato un calcio, ho cercato di scansarlo". Alice urla ancora, ma l’uomo non si allontana. A farlo desistere è l’intervento provvidenziale di un commerciante della zona e di un passante.
"Mi urlava contro, voleva colpire anche loro. Diceva ‘putt..., sei una donna, sei solo una donna’. Stavamo lì, in mezzo alla strada, e lui non se ne voleva andare. E intanto la gente passava, ma quasi nessuno si è fermato". La scena, surreale e violenta, è durata pochi minuti lunghissimi. "Gli ho urlato che avrei chiamato i carabinieri e lui mi ha risposto: chiamali, tanto non mi fanno nulla". Ancora sotto shock, Alice ha trovato la forza di raccontare tutto sui social. Un post pieno di rabbia, paura e amarezza. "Non sono una persona che si spaventa facilmente – scrive – ma adesso ho paura. Paura a uscire, paura perché l’ultima cosa che avrei voluto è che quell’uomo capisse dove vivo. È casa mia, il mio quartiere. E non è giusto".
Coverciano per lei è sempre stata un’isola felice. "Cresciuta qui, tra giardinetti e parchi, oasi verdi. Ora ci sono accampamenti, persone che rovistano nei cassonetti, luoghi che prima erano sicuri ora sono diventati pericolosi". Alice non usa giri di parole: "Serve controllo, pattugliamenti. Via di Coverciano è buia, e la fermata del 17 in viale Verga è un altro punto nero. Intanto ho sporto denuncia ai carabinieri".
L’episodio ha scatenato una forte reazione anche da parte delle istituzioni. Il presidente del Quartiere 2, Michele Pierguidi, ha rilanciato il suo appello: "Basta girarsi dall’altra parte, bisogna intervenire. Non si può aspettare oltre". Alice, intanto, ieri ha sporto denuncia. "È successo in pieno giorno, davanti al mio portone. Lo scrivo per dire a tutte di stare attente, non solo di notte ma anche di giorno. Perché può accadere in qualunque momento. L’unica cosa che ci rimane – conclude – è sperare di avere fortuna. Ma non dovrebbe essere così".
Sull’episodio è intervenuto anche il senatore fiorentino di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi, che ha parlato di un clima ormai "insostenibile": "L’aggressione subita da una donna nel quartiere di Campo di Marte-Coverciano, fortunatamente non finita in tragedia, è l’ennesimo segnale di un’escalation di violenza che colpisce una zona storicamente tranquilla. L’assenza di sorveglianza è diventata intollerabile: serve un presidio permanente. Coverciano rischia di passare da quartiere residenziale e ambito a zona rossa". Marcheschi ha poi espresso apprezzamento per le parole del presidente del Quartiere 2, Michele Pierguidi, che ha chiesto una task force di forze dell’ordine e agenti della municipale.
"Accogliamo e condividiamo la richiesta avanzata da Pierguidi a prefettura, sindaco e Questura – aggiunge –. Confido che sarà davvero il primo a non girarsi dall’altra parte. Mi troverà al suo fianco in questa battaglia concreta per il ripristino della legalità, perché la sicurezza non ha colore politico: è un dovere istituzionale". Intanto, anche il Comitato di controllo di vicinato del Quartiere 2 ha sollecitato un incontro urgente con le forze dell’ordine e la polizia municipale. "I cittadini sono esasperati e chiedono risposte immediate. Non possiamo più aspettare".