Lettere minatorie alla preside, “se fossi stata un uomo non avrei ricevuto le stesse minacce”

Annalisa Savino, dirigente scolastica del Leonardo Da Vinci, minacciata e insultata dopo la sua circolare antifascista

La dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, e la circolare che inviò ai suoi studenti

La dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, Annalisa Savino, e la circolare che inviò ai suoi studenti

Firenze, 28 aprile 2024 – “Ho scelto di denunciare alle autorità competenti le minacce e gli insulti che mi sono arrivati. Mi sembrava giusto e corretto non gettarle nel cestino e, al contrario, far sì che gli inquirenti avviassero delle indagini, qualora ritenute necessarie”, “non ho scelto di rendere pubblica questa mia denuncia, poiché temevo che fosse un modo indiretto per dare risalto a fatti di per sé ignobili e per evitare un eventuale effetto emulativo”. Lo scrive la professoressa Annalisa Savino, preside del liceo scientifico Leonardo da Vinci di

Firenze che nel 2023 emanò una circolare antifascista nella sua scuola, in una nota diffusa stasera per chiarire alcuni aspetti relativi ad alcune lettere con minacce e insulti ricevute nei mesi scorsi.

Sono, precisa lei stessa, "lettere di minaccia e insulti che ho ricevuto in seguito alla vicenda di un anno fa della mia lettera agli studenti in cui li invitavo a non essere indifferenti di fronte alla violenza e alle ingiustizie. Ora che è uscita la notizia, tuttavia, voglio confermare che ho fiducia nel lavoro delle autorità e che, per quanto mi riguarda, niente è cambiato e proseguo serenamente il mio compito di dirigente scolastica”, prosegue la professoressa Savino, inoltre “pur non sottovalutando le offese rivoltemi in quanto antifascista, spiacevoli ma non originali, sono convinta che se fossi stata un dirigente uomo, non avrei ricevuto quelle stesse missive, con quello stesso tono”.

"Oggi in questo Paese - sottolinea - le donne in posizioni apicali danno ancora fastidio a qualcuno, soprattutto quando non si limitano a dire solo quello che è previsto dai protocolli e suggerito dai superiori, quasi sempre uomini. Quel qualcuno, protetto dall'anonimato, trova normale scrivere insulti irripetibili e dire 'Stai zitta!' alla destinataria di turno. L'Italia, fra l'altro, deve fare ancora i conti con questo tema. Poniamoci tutti qualche domanda”.

"Continuo a fare il mio lavoro - conclude -, non cercavo e non cerco visibilità. Non mi piace il vittimismo”.