REDAZIONE FIRENZE

Minacce, insulti e angherie ai vicini. Condannato lo stalker condominiale

Un anno al consulente finanziario denunciato da una coppia

Il pubblico ministero Ornella Galeotti

Firenze, 18 luglio 2018 - Lo stalker è il vicino di casa. Non sono soltanto le ex ad essere prese di mira in maniera ossessiva da uomini che non si arrendono all’evidenza; i persecutori possono essere le persone della porta (e del terreno in comune) accanto. Massimo Parronchi, 61 anni, consulente finanziario è stato condannato dal giudice Barbara Bilosi a un anno e al risarcimento dei danni alle parti civili, una coppia, marito e moglie da anni costretti a subire il vicino: una ‘provvisionale’ di 3000 euro ciascuno, immediatamente esecutiva. Più il pagamento delle spese processuali e di quelle legali della parte civile, assistita dall’avvocato Francesco Bellucci. Il pm Ornella Galeotti aveva chiesto la condanna a due anni e mezzo e l’allontanamento dalla dimora. Comunque: a memoria nostra a Firenze trattasi della prima condanna per stalking condominiale.

Angherie, minacce, insulti, in un crescendo degno di una sceneggiatura: c’è di tutto un po’ in questa storia dalle sfumature grottesche, che s’inizia e si esaurisce in territorio circoscritto. Il più importante però: l’ambito domestico, cioè la quiete, il diritto alla propria privacy, alla propria tranquillità.

Siamo in una villa alle porte di Firenze dove vivono più famiglie, Parronchi (con moglie) e la coppia, che dopo aver acquistato (31 maggio 2013) e aver eseguito la ristrutturazione, s’insedia il 4 luglio 2015. I tre protagonisti si sono già presentati, hanno cenato insieme, presto però iniziano le recriminazioni di Parronchi; per alcuni lavori fatti dalla coppia. Poi per il vero obbiettivo dell’imputato, o uno degli obbiettivi. Marito, moglie e promoter condividono un terreno indiviso, adibito a parcheggio, che separa i rispettivi giardini privati. Parronchi lo vuole, lo pretende, in via esclusiva.

Direttamente dal capo d’imputazione: «Vi dico che quel terreno a voi non serve. E voi non lo userete» (maggio 2013). I vicini mettono paletti per delimitare la loro proprietà, dove andranno ad abitare, e lui: «Prendo il fucile e vi faccio fuori tutti» (aprile 2015). E Parronchi li ha, i fucili: il 4 agosto 2016 i carabinieri di Bagno a Ripoli, inviati dal pm Galeotti, gli sequestrano una trentina di armi tra carabine e pistole. Quando la coppia, o anche uno solo dei due coniugi, passa nell’area condominiale per entrare in casa, l’imputato, appostato dietro la siepe della sua abitazione, li riprende con il telefonino. O addirittura gli tira sassi. Ci sono telecamere installate dalla parte offesa che riprendono le scene. Così quando loro alzano una rete a protezione, lui replica: «Vi avevo detto di non fare niente, vi faccio vedere io... prendo il fucile e vedrete». Ma l’elenco è lungo. Compreso un gesto osceno, denudarsi e toccarsi le parti intime, rivolto alla moglie del ‘nemico alle porte’. Agosto 2015, parte la prima denuncia. L’ultima, il 24 gennaio di quest’anno.

giovanni spano