Firenze, impiantato neurostimolatore cerebrale in paziente di 12 anni. L’innovativo intervento al Meyer

E’ la prima volta in ambito pediatrico che è stato utilizzato questo piccolo neurostimolatore, generalmente usato negli adulti per trattare il Parkinson

Alcuni professionisti che hanno seguito la paziente

Alcuni professionisti che hanno seguito la paziente

Firenze, 10 maggio 2024 – Dopo numerosi tentativi farmacologici risultati infruttuosi, una paziente di 12 anni con una grave forma distonica, è stata curata al Meyer con un intervento di neurochirurgia funzionale. E per la prima volta in ambito pediatrico i chirurghi hanno utilizzato un nuovo neurostimolatore, già utilizzato negli adulti per il trattamento della malattia di Parkinson. Le dimensioni ridottissime, appena più di 6 millimetri di spessore, hanno permesso di ridurre al minimo l’invasività dell’operazione.

La bambina soffriva di questa grave forma distonica, un disturbo caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie coinvolgenti vari distretti del corpo. I movimenti sono incontrollati e l’intervento chirurgico di stimolazione cerebrale profonda, chiamato Deep Brain Stimulation, acronimo Dbs, ha rappresentato l’unica opzione percorribile.

L’intervento è stato effettuato con robot accoppiato con casco stereotassico, che consente di posizionare con precisione submillimetrica, praticando due fori di appena 14 millimetri nel cranio, due elettrodi nel globo pallido interno, una zona del cervello molto profonda e difficilmente raggiungibile, che controlla e modula il sistema extrapiramidale, una componente del sistema nervoso deputata alla regolazione di movimenti semiautomatici. Agli elettrodi è stato collegato il neurostimolatore che eroga impulsi elettrici che modulano i circuiti alterati della paziente. Il dispositivo è dotato di una batteria che si ricarica in meno di un’ora dall’esterno, attraverso un sistema di ricarica senza fili, e può essere controllato con un telecomando tipo smartphone. Il medico programma il neurostimolatore tramite un tablet, modificando i parametri in base alle necessità del paziente. Questo neurostimolatore è particolarmente innovativo perché in grado di registrare l'attività elettrica cerebrale: tali informazioni possono essere utilizzate per personalizzare la terapia e in futuro realizzare una neurostimolazione "adattiva" aprendo anche scenari di ricerca.

L’intervento è stato realizzato da un'equipe multidisciplinare composta dai neurochirurghi professor Flavio Giordano, dottoressa Alice Noris, dottor Simone Peraio, e dottor Andrea Di Rita, con la collaborazione dell'ingegner Matteo Lenge dell’Aou Meyer Irccs, e del professor Michele Cavallo di Ferrara; dai neurologi professor Renzo Guerrini, dottor Federico Melani e dottor Edoardo Fino, e dal neuroradiologo dottor Ludovico D'Incerti coadiuvato dalla tecnica di radiologia Simona Quaglierini del Meyer. All’intervento hanno preso parte anche i neurologi e neuropsichiatri tutor del paziente professoressa Roberta Battini e dottoressa Roberta Scalise della Fondazione Stella Maris di Pisa, con il quale è attiva una collaborazione da anni per il trattamento di disturbi del movimenti primari e secondari del bambino e dell'adolescente.

Oltre ai disturbi del movimento, per cui è approvata da più di trent’anni, la Dbs sta mostrando risultati favorevoli nel dolore, in alcune malattie psichiatriche che hanno resistito alle terapie mediche, come l’anoressia nervosa, il disturbo ossessivo compulsivo, e la depressione unipolare maggiore.

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