ELETTRA GULLE'
Cronaca

Medicina, via alla rivoluzione: senza numero chiuso, come garantire le lezioni in presenza

La rettrice Petrucci spiega come l’ateneo di Firenze si è organizzato in vista della novità legata all’abolizione dei test d’ingresso. “Primo mese lezioni alla Torretta, poi nel campus Morgagni”

Medicina, primo semestre aperto a tutti. Firenze sceglie la didattica flessibile

Medicina, primo semestre aperto a tutti. Firenze sceglie la didattica flessibile

Firenze, 30 giugno 2025 - Garantire il più possibile le lezioni in presenza. L’università di Firenze affronta così la grande rivoluzione legata all’abolizione dei test d’ingresso per Medicina. Dal prossimo settembre, via al ‘semestre filtro’ ad accesso libero. Come spiega la rettrice Alessandra Petrucci, che abbiamo incontrato insieme alla presidente della scuola di Scienze della salute umana Betti Giusti ed alla presidente del corso di studio di Medicina e Chirurgia, Linda Vignozzi, “sulla base degli iscritti ai test degli anni passati ci aspettiamo 1300-1500 studenti”. Ma è probabile che, senza più lo sbarramento dei test, si facciano avanti più aspiranti medici rispetto al passato. “Per garantire una migliore qualità della didattica, ci siamo organizzati in modo da offrire, almeno il primo mese, tutte le lezioni in presenza”, fa sapere la rettrice. Nello specifico, le matricole di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e Medicina Veterinaria (questi i corsi di studio per i quali si apre questa fase di cambiamento) seguiranno le lezioni al plesso della Torretta a Campo di Marte. Chi vorrà, certo, potrà seguire comunque le lezioni online. Alla Torretta potranno essere accolti fino a 2mila studenti. Poi, da ottobre, ecco che le lezioni si sposteranno nei plessi di viale Morgagni, dove sono state accuratamente individuate le aule più capienti. “Anche in quel caso, attraverso un sistema di prenotazione e rotazione, faremo in modo di offrire le lezioni in presenza a tutti i ragazzi che vorranno e che potranno”, proseguire la rettrice.

Fisica, chimica e propedeutica biochimica, biologia: queste le materie del primo ‘semestre filtro’, al termine del quale ci saranno due sessioni di esami a livello nazionale: la prima il 20 novembre e la seconda il 10 dicembre.

A spiegare meglio il meccanismo legato alle iscrizioni è Betti Giusti: “Un ragazzo può iscriversi a Medicina, Odontoiatria o Veterinaria scegliendo fino a 10 sedi. Al contempo, opta anche per un corso affine, tra Biologia, Biotecnologie, Chimica e tecnologie farmaceutiche e Farmacia. A livello nazionale, le future matricole potranno scegliere 12 corsi triennali delle professioni sanitarie”. Nello specifico, Firenze ne offre la metà, dunque 6: assistente sanitario, educatore professionale, infermieristica, tecniche della prevenzione dell’ambiente nei luoghi di lavoro, tecniche di neuro-fisiopatologie e tecniche ortopediche. “Un ragazzo che non supera il semestre filtro può poi proseguire gli studi seguendo un corso affine - prosegue Giusti -. In questo caso, si porta dietro i Cfu accumulati nel primo semestre. Naturalmente, la stessa cosa non avviene nel caso in cui la matricola decida per un corso completamente diverso”. Va anche ricordato che il semestre filtro può essere seguito fino a tre volte.

Pensate che l’abolizione dei test serva davvero a selezionare meglio i futuri medici? “La riforma punto a questo - rispondono Giusti e Vignozzi -. Quanto poi questo davvero si realizzerà è difficile dirlo. Ce lo diranno gli anni futuri. Adesso, è una difficile previsione”. La novità ha comportato per l’ateneo di Firenze anche una riorganizzazione del corpo docente, in modo da convogliare su Medicina più professori delle materie sanitarie, per affrontare al meglio il primo step del semestre aperto a tutti. Da parte sua, Firenze, che da anni ha puntato molto sull’”umanizzazione della Medicina”, non vuole certo abbandonare questa sua prerogativa. Anzi. “Dopo il semestre filtro continueremo a puntare su questi aspetti che ci caratterizzano, oltretutto con ottimi risultati - spiega Vignozzi -. L’umanizzazione delle cure ci sta molto a cuore”. Ma come si sostanzia? “Nel prendere precocemente contatto con la realtà clinica - risponde la presidente del corso di studio di Medicina e Chirurgia -. Organizziamo poi laboratori per insegnare ai ragazzi a lavorare in team ed a parlare in modo chiaro e semplice ai pazienti. Ci serviamo anche del teatro, del cinema e delle visite ai musei per insegnare l’empatia. Per noi, la crescita professionale passa anche dal saper essere”.