di Pietro Mecarozzi
Si sono ritrovati fuori dalla discoteca nella quale aveva appena trascorso la nottata. Poche parole, uno strascico delle frizioni forse montate già all’interno del locale. Poi la scintilla: calci e pugni, prima in un due contro due, poi in un tre contro tre, fino a coinvolgere ben 30 giovanissimi tra i 18 e i 21 anni.
Sarebbe scoppiata così la maxi rissa andata in scena sabato notte, intorno alle 4 e 30, a qualche metro di distanza da un noto club in via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Una lite rapida e violenta, con i due gruppi che nel corso dello scontro hanno arruolato pian piano sempre più persone, fino ad attirare le attenzioni dei buttafuori della discoteca, che stavano staccando dal turno, in quanto il locale era ormai era chiuso e al suo interno non c’era più nessuno del personale.
Gli uomini della sicurezza, che non avevano lì’obbligo di intervenire in quanto la rissa è avvenuto fuori dal perimento di ’competenza’ del locale, hanno quindi raggiunto i due gruppi di ragazzi, previa telefonata alla polizia per allentare di quanto si stava verificando.
"Le botte sono state violente – spiega uno dei dipendenti del locale –, il tutto è durato pochi minuti e la volante della polizia è arrivata davvero in fretta". Nell’intento di dividerli, però, uno dei buttafuori ha riportato delle lesioni ed è stato refertato, mentre alla vista delle sirene blu c’è stato un fuggi fuggi generale, e molti dei ragazzi sono scappati nelle strade attigue e nei campi. Quattro, tuttavia, sono stati bloccati, portati in questura e denunciati per rissa: tre sono abitanti a Montevarchi (Arezzo) uno a Figline Valdarno (Firenze). Hanno fra i 18 e i 21 anni, sono tutti italiani, due di seconda generazione, caratteristiche che, secondo le prime ricostruzioni, rispecchiano anche quelle degli altri partecipanti alla maxi rissa.
La polizia sta svolgendo indagini per definire le cause alla base dello scontro e sono state prelevate le immagini delle telecamere con cui potranno essere identificati anche gli altri. Un episodio che, racconta un ex dipendente della discoteca, sono quasi una routine quando si parla di ragazzi così giovani. "Ho fermato ragazzi appena maggiorenni spiega – con cinture legate alle mani per colpire più forte, coltellini e tirapugni in tasca. È svanita anche la cultura del divertimento, e i più giovani, da dopo la pandemia, sono diventati sempre più violenti".