
Dopo la moglie si è arreso anche lui. Dopo giorni di terapia intensiva, è morto ieri Graziano Gioli, 68 anni, dirigente della Sangiovannese conosciutissimo in tutto il Valdarno del calcio. Era ricoverato da tempo all’ospedale di Prato. Forse la diagnosi finale lo darà morto per ictus, anche se in proposito non arrivano conferme. Ma chiaro che la sua tempra era stata messa a durissima prova dal contagio. Ne stava uscendo, pare avesse avuto il tempo di chiedere di sua moglie Patrizia. E di scoprirne la morte. Una coppia spazzata via dal contagio. Lei era Patrizia Bernacchioni: la maestra delle elementari Leonardo da Vinci a Montevarchi, dopo la scoperta della malattia i suoi ragazzi erano finiti in quarantena uscendone però tutti illesi. Lui era Graziano Gioli: un passato in miniera a Santa Barbara, lunghi anni di entusiastico apporto al calcio valdarnese. Era stato segretario a lungo della società, compresi i tempi di un giovanissimo Maurizio Sarri, e soprattutto aveva fondato la Guidandolo con mano sicura, facendone un’altra miniera ma di talenti. Tecnicamente la coppia non risiedeva a San Giovanni ma in quella porzione del Porcellino in provincia di Firenze, nel Comune di Figline Incisa ma Gioli era sangiovannese vero. Proprio come la moglie, insegnante di sostegno impegnata nel volontariato come consigliere del Calcit.