REDAZIONE FIRENZE

Maoggi, commozione della famiglia: "Grati per l’affetto e la vicinanza"

La comunità di Fiesole piange la prematura scomparsa di Ettore Maoggi, giovane cuoco amato da tutti per la sua generosità e passione per la vita. La famiglia ringrazia commossa per l'affetto ricevuto

E’ stato un lutto che ha scosso un’intera comunità. Ettore Maoggi (nella foto), Echo per gli amici di Compiobbi, era un ragazzo solare, pieno di vita e di passioni, amava lo sport e le moto; era innamorato del proprio lavoro e generoso verso il prossimo. Tantissime sono le testimonianze in tal senso, che sono arrivare alla famiglia e ribadite negli struggenti interventi durante il funerale e dalle centinaia di persone che hanno assistito alla funzione religiosa all’esterno della chiesa gremita, nonostante la pioggia. "Abbiamo sentito sin dal primo momento, quel drammatico martedì pomeriggio che ha fermato le nostre vite, l’affetto e la vicinanza di tantissime persone, non solo di Compiobbi, ma anche dai colleghi di Ettore e dai numerosi amici, che condividevano tante passioni che lui coltivava. Sapevamo che era benvoluto da tanti, ma non ci aspettavamo una risposta così importante. Ci sentiamo in dovere e vogliamo ringraziare tutti loro. Sapere che Ettore continuerà a vivere non solo nei nostri cuori ma anche nei ricordi di così tante persone ci è di conforto". Sono parole composte e sincere che la famiglia del cuoco, scomparso a soli 23 anni in un incidente stradale, ha voluto rendere pubbliche, affidando propri pensieri alle colonne di questo giornale. I genitori Spartaco e Silvia, il fratello Romeo e la sorella Cassandra hanno affrontato lo strazio, avvertendo la commozione della comunità, con la politica che si è fermata, le iniziative sportive e dell’associazionismo rinviate e il Comune che ha osservato un minuto di silenzio nei luoghi pubblici per l’ultimo saluto al ventitreenne, che aveva combattuto con la leucemia, come ricordato dal parroco, don Lorenzo. "Ci sarà un disegno per quanto accaduto che adesso non comprendiamo; un giorno forse capiremo – dice mamma Silvia – Voglio credere che sia così e le tante testimonianze di affetto ricevute mi confermano che Ettore era speciale e che il caso non esiste".

D.G.