REDAZIONE FIRENZE

L’ora più buia del quartiere "Siamo famiglie in pericolo Ora dovete darci una mano"

La lettera-sfogo di una docente universitaria: "Ripartiamo da socialità e controlli in strada. Solo così la zona potrà rinascere. Non possiamo più sopportare questa situazione". .

L’ora più buia del quartiere "Siamo famiglie in pericolo Ora dovete darci una mano"

Che l’ora più buia per il suo quartiere fosse scoccata, Chiara Lepri, docente all’università di Roma Tre, da anni residente in zona Ponte alla Vittoria, lo ha capito qualche settimana fa. Passeggiava sotto casa e ha sbirciato il parabrezza di un’auto. Dentro un cartello implorava: "La macchina è aperta, non spaccate i vetri: non c’è niente da rubare". In quella preghiera ha letto ciò che in cuor suo sapeva: quella zona di frontiera fra due quartieri, l’1 e il 4, stretta fra piazza Gaddi, piazzale Vittorio Veneto e il teatro dell’Opera ha cambiato faccia per sempre. Diventando un’ex amica, oggi col ghigno di un diavolo. Una metamorfosi che Chiara, fattasi portavoce di molti genitori e residenti non riesce più a digerire. "È una situazione di estrema gravità - spiega - e non possiamo più sopportarla". Perché ora di mezzo c’è la qualità della vita e, se le cose si mettono male, la vita stessa. "Ho amiche – spiega la docente universitaria – che hanno paura anche solo di portare a spasso il cane dopocena".

Ma paura di cosa? Sguardi di brace, minacce, bestemmie, tentativi di furto, aggressioni con cocci taglienti, rapine. "Ogni notte ciascuno di noi rischia di trovare i vetri rotti dell’auto. A me è successo due volte in meno di due mesi. Ci sono furti continui in negozi e appartamenti. Si scatenano risse violente". Lei, elettrice e sostenitrice Pd, lo ha scritto anche su Facebook al sindaco Dario Nardella. "Non vogliamo arrenderci e lasciare il malcontento nelle mani di CasaPound che ha aperto qui vicino". Ma cosa fare per scacciare quel diavolo che possiede via della Fonderia, piazza Gaddi, la porta d’ingresso delle Cascine e la manciata di vie all’ombra dell’ex Comunale? Quella ’bestia’, secondo Chiara si è infilata nel quartiere dopo il Covid.

"Hanno chiuso diversi negozi molto frequentati dai fiorentini. La rosticceria Ciacco, la trattoria Vittoria trasferita in via Pisana, la gelateria Sbrino che ha lasciato qui il laboratorio. Ma anche altri bar". E davanti a quei fondi è fiorito il vuoto. "Chi è rimasto è stato bersagliato di furti. Ma il problema è anche culturale: quando esco dal portone con mia figlia rischio l’investimento di bici e monopattini sul marciapiede. Se protesto vengo offesa. Anche uno degli spazi verdi che abbiamo, sul lungarno Santa Rosa non è più sicuro". I genitori hanno provato a ’rifugiarsi’ nell’area dell’ex gasometro. "Qui si concentrano tante associazioni e abbiamo provato anche noi a renderlo vitale, organizzando feste di fine scuola ed eventi. Ma non possiamo essere sempre lì". Le richieste: più divise in strada e più socialità. Sempre in strada. Perché è dal marciapiede che passa l’esorcismo dell’area di Ponte alla Vittoria. "La pattuglia che fa il giro di via della Fonderia non basta. Passa una volta in una notte. Quei pochi minuti non fanno la differenza. Per rompere un vetro invece ci vuole un attimo". E la lotta per le telecamere del Comune? "Non sono un deterrente per queste persone, una volta rotto il vetro, individuare chi è stato è lungo". E intanto la ferita nella carne del quartiere è inferta. "Al Comune chiediamo di abitare più questa zona, trasferire qui tante iniziative che vengono svolte all’Isolotto. Un esempio è stato lo street food in piazza Pier Vettori. Serve socialità, dobbiamo essere tutti uniti".

cla.cap