LORENZO OTTANELLI
Cronaca

Lolli, l’uomo delle radio in Africa: "Abbiamo esaudito il suo desiderio"

Domani in Piazza Pitti il documentario dei due registi livornesi “Radio Solaire“ sulla storia del magnetico Giorgio .

di Lorenzo Ottanelli

Oltre 500 emittenti radiofoniche attivate in oltre quarant’anni di attività. È la storia di Giorgio Lolli, scomparso nel 2023, l’uomo delle radio comunitarie in Africa. Una rivoluzione da raccontare, che i registi livornesi Federico Bacci e Francesco Eppesteingher hanno voluto mostrare in ‘Radio Solaire – Radio Diffusion Rurale’, un documentario che sarà proiettato lunedì sera (ore 21,45) nell’Arena gratuita di piazza Pitti a Firenze per Apriti Cinema, nell’ambito della XV edizione di Notti di Mezza Estate.

Com’è nato il documentario? "Poco più di 15 anni fa leggemmo questa storia di un uomo che aveva creato le radio comunitarie nel continente, lo chiamavano il Berlusconi africano e lui si arrabbiava. Francesco conosceva la figlia. Così parlammo con Giorgio per un documentario sulla radiofonia in Africa, ma al tempo era complesso. Anni dopo gli facciamo un’intervista e da lì, anche grazie a un crowdfunding, è nato il progetto".

Cos’è stato per voi Giorgio Lolli? "Giorgio aveva un’attitudine alla politica, ti magnetizzava e ti assorbiva, è diventato un amico e un confidente. Noi siamo stati come i suoi ragazzi in Africa. Possiamo anche dire che Giorgio è stato il primo emigrato in Africa, aspirava a stare laggiù e lavorarci, in quel luogo trovava un posto in cui realizzarsi".

In Africa le radio hanno un ruolo di coesione sociale. Da noi sono puro intrattenimento. Dovremmo riscoprire quel messaggio? "Agli albori la radio era così anche in Italia, qui è stata inventata e molta alfabetizzazione è avvenuta grazie alla radio. È solo con la commercializzazione delle frequenze che è diventata uno strumento di intrattenimento. In Africa è ancora sinonimo di aggregazione perché permette comunicazioni che non arrivano con altri mezzi. Oggi dovremmo imparare dall’Africa, ma i costi elevati delle frequenze Fm non lo permettono".

Il documentario si conclude con Radio Solaire Livorno. Di cosa si tratta? "È stata una radio per un giorno. Lo abbiamo pensato come parte del documentario, grazie alla collaborazione con Carico Massimo, per una radio pirata. Le trasmissioni hanno coinvolto la comunità senegalese e abbiamo fatto una diretta con il Senegal sui problemi della migrazione".

Com’è stato girare in Africa? "Quando siamo arrivati in Africa, abbiamo potuto toccare con mano il lavoro di Giorgio. Quella mitologia delle radio comunitarie era realtà. A Kidira, poi, con il suo braccio destro Abdrahmane abbiamo portato a termine il suo ultimo desiderio, una radio in un punto nevralgico nella rotta di migrazione". Tra le radio del documentario c’è anche Radio Afia, la radio delle donne di Dakar... "Anche questa è stata una scoperta. Il regime religioso del Senegal è molto moderato. Poi le radio comunitarie sono condotte spesso da donne e la programmazione è rivolta a loro. La radio è rispettosa in Senegal, e in tutto il Sahel".