di Letizia Cini
Indimenticabile. Un incontro capace di lasciare un segno indelebile nella memoria di quanti hanno avuto - come chi scrive - la fortuna di riuscire a fendere la folla per arrivare ai loro piedi.
Nei giorni in cui i Bronzi di Riace riportati ad antico splendore dal lavoro dei restauratori fiorentini vennero esposti al Museo Archeologico, risultava addirittura difficile per docenti e studenti delle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza raggiungere la sede delle due facoltà, che allora si trovavano in via Laura.
"Si trattava di attraversare la fila dei visitatori in paziente attesa all’angolo di via Gino Capponi, invadente l’intero lato della Chiesa di piazza SS. Annunziata - il ricordo del professor Cosimo Ceccuti, all’epoca docente di Storia di Giornalismo del Cesare Alfieri - ; una fila meno disciplinata rispetto a quella che siamo abituati a vedere all’esterno dell’Accademia per il Davide di Michelangelo".
Correva Il 15 dicembre del 1980 quando al Museo Archeologico apriva i battenti la straordinaria mostra I Bronzi di Riace che esponeva per la prima volta al pubblico le due statue di provenienza greca (databili al V secolo a.C.) restaurate a Firenze dopo il loro rocambolesco ritrovamento. Per ricordarlo, la Direzione regionale musei della Toscana e il Museo Archeologico hanno proposto la conferenza direttore del Maf, Mario Iozzo, dal titolo I Bronzi di Riace a Firenze: storia di un’emozione collettiva. E che emozione...
La Galleria dell’Accademia celebra invece i due superbi giganti di bronzo in occasione del cinquantesimo anno dalla loro scoperta con la mostra I Bronzi di Riace - Un percorso per immaginì: da oggi al 12 marzo 2023 il museo che custodisce il David di Michelangelo, ospita gli scatti di Luigi Spina: foto di grande formato (90 X 134 centimetri) come tributo alla potenza e alla bellezza iconografica dei Bronzi. "Nell’ambito del programma di David 140, che celebra i 140 anni del capolavoro del Buonarroti nella Tribuna del nostro museo abbiamo voluto riunire, anche se solo virtualmente, le sculture degli eroi più belli e potenti dell’arte - racconta Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia - : le statue emerse dal mare di Riace, restaurate ed esposte per la prima volta proprio a Firenze".
Per quanti avessero voglia di saperne di più su questi modelli di bellezza maschile senza tempo e sull’impronta lasciata da questi due capolavori anche sul mondo dell’arte contemporanea, arriva il film evento diretto da Gabriele Ciances e Giulia Baciocchi dal titolo Bronzi di Riace, il tesoro ritrovato. Un viaggio onirico e sognante per far rivivere i miti e le leggende che aleggiano attorno ai Bronzi e riscoprire l’anima della Magna Grecia disponibile per gli spettatori su RaiPlay e venerdì 30 dicembre alle 15,30 anche su RaiTre RaiTre.
Obiettivo, dare una forma concreta anche a tutta la dimensione leggendaria e immaginativa che da sempre caratterizza la storia dei Bronzi di Riace: chi li ha lasciati lì sul fondo del mare?
Da dove vengono realmente?
Erano degli eroi? Che sentimenti avevano? Ma soprattutto: chi sono i bronzi di Riace?
Esposti al Marc, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio, i due giganti recuperati fra il 21 e il 22 agosto del 1972 sono fra le pochissime sculture in bronzo di età classica sopravvissute a fusioni e trafugamenti.
Milioni i visitatori che li hanno ammirati sin dal 1980 quando, per la prima volta dopo il restauro, furono svelati al mondo proprio a Firenze; centinaia le teorie e gli studi scientifici; decine le polemiche sulla mancata valorizzazione. Pochissime le certezze. Ma questa, è un’altra storia.