L’ex factotum dei mafiosi: "Domiciliari per Baiardo". Il Riesame: calunniò Giletti

Firenze, accolta la richiesta dei pm. Ma serve ancora la conferma della Cassazione

L’ex factotum dei mafiosi: "Domiciliari per Baiardo". Il Riesame: calunniò Giletti

L’ex factotum dei mafiosi: "Domiciliari per Baiardo". Il Riesame: calunniò Giletti

Arresti domiciliari, divieto di incontro e di comunicare con l’esterno, anche attraverso i social per Salvatore Baiardo, l’ex factotum dei fratelli Graviano, i mafiosi a capo del mandamento di Brancaccio: c’è il rischio fondato – secondo i giudici – che, se libero, possa reiterare il reato di calunnia nei confronti del conduttore Massimo Giletti e di Giancarlo Ricca, sindaco di Cerasa, e inquinare le prove, anche attraverso continue propolazioni alla stampa essendo provato il suo assiduo contatto con i giornalisti e le sue esternazioni su Tik tok.

Arriva dal tribunale del Riesame di Firenze, in funzioni di appello - ma dovrà essere resa esecutiva da una conferma della Cassazione – , il primo avallo alla ricostruzione dei pubblici ministeri dell’Antimafia Luca Tescaroli e Luca Turco, a capo della Dda che indaga sul gelataio di Omegna per calunnia appunto e favoreggiamento nei confronti di Marcello Dell’Utri (e del defunto ex premier Silvio Berlusconi), già iscritti nel registro delle notizie dei reato nell’ambito dell’inchiesta sui mandanti delle stragi del ’93-’94, ancora in corso. Il tribunale ha ritenuto "gravi" le condotte di Baiardo, ancor più – sottolineano – se inserite nell’ambito di un contesto che ha destabilizzato – dicono – il Paese.

Al centro dell’inchiesta c’è la ormai famigerata foto (ma mai sequestrata) che ritrarrebbe Berlusconi con il generale Francesco Delfino e, appunto, Giuseppe Graviano, e che doveva essere il tema portante di una trasmissione di Giletti su La7. Ne avrebbe parlato Baiardo a Giletti e, quest’ultimo alla procura. Di lì la richiesta di arresto, bocciata però dal gip. Di lì il ricorso della procura.

"Quella foto non esiste", aveva dichiarato l’ex gelataio a margine dell’udienza a Firenze, accusando di fatto il conduttore di aver mentito ai magistrati. Ma per i giudici le dichiarazioni di Giletti sono attendibili e la trasmissione fu bloccata proprio perché trattava un argomento delicatissimo. Nei giorni scorsi i pm avevano nuovamente chiamato a deporre, ma come persona informata sui fatti, l’editore Urbano Cairo proprio sui motivi per cui bloccò il programma televisivo di Giletti.

Il tribunale ha invece ritenuto che non sussistano gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di favoreggiamento nei confronti di Dell’Utri e Berlusconi.

La decisione del Riesame non è ancora operativa. I difensori di Baiardo hanno infatti dieci giorni di tempo per fare ricorso in Cassazione. Solo all’esito della decisione l’arresto potrebbe essere eseguito.

ste.bro.