ROSSELLA CONTE
Cronaca

Leonardo, l'architetto-velista: "Viaggiare ti arricchisce"

Ha restaurato la Cappella Ghirlandaio e ha visitato oltre 50 città nel mondo. "Ecco come l'Italia può aiutare gli under 40"

Leonardo Zorzet (foto Marco Mori /New Press Photo)

Firenze, 12 febbraio 2020 - Architetto globe trotter. Oltre cinquanta le città che ha visitato in lungo e in largo per il mondo. A 40 anni di strada ne ha fatta. “Il viaggio è conoscenza e ci permette di vivere qualcosa di diverso rispetto a quello che viviamo tutti i giorni, ci fa capire che le cose non vanno tutte nello stesso modo. Nessuno inventa nulla ma ognuno si arricchisce guardando”. Leonardo Zorzet è nato a Firenze, ha studiato architettura, ed è stato anche l’architetto che si è occupato dell’intervento, durato quattro anni, di recupero, restauro e valorizzazione della Cappella Ghirlandaio, il piccolo gioiello del territorio di Impruneta (visitabile su prenotazione) e della dimora privata che porta lo stesso nome e ospita affreschi realizzati nel 1518 da Ridolfo, figlio di Domenico del Ghirlandaio.

“Il successo di un architetto – racconta – si basa sulla capacità di trovare il giusto compromesso tra la sensibilità del cliente e le caratteristiche di un immobile. Ogni edificio ha una storia tutta sua che va rispettata”. E’ una passione quella di Leonardo ed è difficile raccontarla. Sì, perché quando la tua passione diventa anche il tuo lavoro, puoi dire con orgoglio di aver realizzato il tuo sogno. “Da quando ero bambino volevo fare l’architetto – prosegue -. Oggi, non posso che ringraziare di essere nato in una città come Firenze. Perché l’architettura, come il gusto e la storia, non si imparano solo sui libri ma guardando. E guardare cose belle, ti porta a fare cose belle” dice con un pizzico di orgoglio Leonardo che però è fermamente convinto “che anche nel 2020 qualcosa di buono si può fare”. “Il legame con la storia va difeso – sottolinea – ma non si può rimanere ancorati e continuare a vivere solo di passato”.

Le sue due passioni sono il viaggio (tra le oltre città che lo hanno colpito maggiormente Parigi e L’Avana) e la barca a vela. Lui, e i suoi colleghi di squadra, lo scorso anno sono arrivati secondi ai campionati europei e questo anno saranno a Capri, invitati dalla Federazione Italiana Vela. “La vela è uno sport di squadra – dice – in cui bisogna collaborare perché ognuno non può stare senza l’altro”. Ma cosa diresti a te, con 20 anni in meno? “Di non vivere, gli anni dell’Università come un obbligo ma come un accrescimento. Tutto quello che facciamo, lo facciamo per noi”. E l’Italia cosa può fare per valorizzare gli under 40? “Snellire la burocrazia – conclude e dare più fiducia ai giovani, anche se questo si sta iniziando a fare. La minore esperienza è colmata da una grande energia e voglia di fare”.