SANDRO
Cronaca

Leggi di mercato Ma così Firenze si sta omologando

La pandemia ha portato un cambiamento di scenario a Firenze: il turismo di bassa qualità, l'e-commerce e le grandi griffe hanno contribuito a far chiudere i negozi storici, trasformando la città in soli 30 anni. Una perdita di originalità e di identità.

Sandro

Rogari

I freddi numeri della Camera di commercio dicono semplicemente che nel

commercio all’ingrosso e al dettaglio chiudono i battenti più imprese di quante ne

aprano. Ma la percezione del fiorentino che ben ricorda il centro storico soltanto una

generazione fa è diversa e assai più profonda. Siamo di fronte a un cambiamento di scenario. Ancora una volta ci ha messo del suo l’esplosione del turismo di bassa qualità che affligge la città trasformando vie storiche (via dei Neri, per dirne una) in

mense improvvisate a cielo aperto. La fornitura di cibo da consumo rapido o d’asporto è divenuta vincente. Pare che sia l’unico commercio sicuro a scapito di tanti altri, ma direi soprattutto dei negozi storici.

Prima del turismo, anzi in sua assenza, nella stagione più dura del covid, la pandemia

ha colpito duro mettendo fuori gioco botteghe storiche e artigiani che non potevano

reggere l’urto di una lunga chiusura. Nel frattempo però è esploso in modo silenzioso

e invisibile, ma devastante il fenomeno dell’e commerce. Tutto può arrivare a casa a

prezzo scontato. Vestiario e quant’altro. Per le scarpe si è diffusa la prassi deplorevole di provarle in negozio, per comprarle poi on line con la certezza della misura e della portabilità. Prima ancora i commercianti del centro avevano subito l’assalto delle grandi griffe capaci di pagare affitti stratosferici, magari in perdita. Col risultato che la bottega storica che non ha avuto la saggezza di comprare il fondo quando i prezzi erano accessibili si è trovata fuori mercato. E anche chi l’aveva fatto ha spesso pensato di chiudere la propria attività per affittare il fondo e costituirsi una rendita stratosferica.

Sono tutte trasformazioni o evoluzioni determinate dal mercato. Prendiamone atto, ma ci sia concesso di ricordare quell’altra Firenze che è scomparsa in soli trent’anni. Di certo aveva il pregio d’essere una città più originale, meno appiattita sui trend dominanti che la stanno omologando.