OLGA MUGNAINI
Cronaca

Le tre Pietà di Michelangelo insieme "Omaggio alla sofferenza umana"

La mostra al museo dell’Opera del Duomo apre idealmente il ’Mediterraneo frontiera di pace 2022’. Accanto al capolavoro del Buonarroti conservato a Firenze, i calchi della ’Vaticana’ e della ’Rondanini’

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di Olga Mugnaini

Una accanto all’altra, ognuna con la sua intensità, il suo dolore, la sua straordinaria capacità di restituire attraverso il marmo scolpito, la sofferenza e il sacrificio.

Le tre Pietà di Michelangelo, esposte da oggi all’interno del Museo dell’Opera del Duomo (fino al primo agosto), sono un omaggio e un contributo all’evento “Mediterraneo frontiera di pace 2022“, che si concluderà domenica con la visita a Firenze di Papa Francesco.

Nella tribuna di Michelangelo, dove si trova la Pietà Bandini, sono arrivati dai Musei Vaticani anche i calchi in gesso della Pietà Vaticana, la prima scolpita dal giovane Buonarroti; e della Pietà Rondanini, il cui originale è custodito nel Castello Sforzesco di Milano.

Insieme, anche se due sono solo copie, i tre capolavori regalano l’opportunità di ammirare l’evoluzione dell’arte di Michelangelo e la sua maturazione spirituale, dalla prima opera scolpita a Roma, con la delicatissima Madonna praticamente fanciulla, alla sua ultima stagione, quando, ormai vecchio, mise mano alla Pietà oggi a Firenze e poi alla Rondanini, dove il corpo di Maria e del figlio morto sono praticamente uniti nella pietra.

"Con questa mostra vorremmo offrire l’occasione per riflettere sulla sofferenza umana in un ’ottica cristiana", ha detto monsignor Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo e curatore della mostra insieme ai direttori Barbara Jatta dei Musei Vaticani, Sergio Risaliti del Museo Novecento di Firenze, Claudio Salsi del Castello Sforzesco.

Tre sculture, tre Pietà, lungo un percorso di oltre cinquant’anni, che conduce dall’ambizione del giovane che scolpì il proprio nome sul petto della Madonna della versione vaticana, all’immedesimazione dell’anziano artista, che in quella del Museo dell’Opera raffigura se stesso nelle sembianze di Nicodemo.

Vicino alla morte, Michelangelo meditava profondamente sulla Passione di Cristo, come si capisce da un coevo disegno della Pietà, dove scrisse la frase dantesca: “Non vi si pensa quanto sangue costa” (Paradiso XXIX, 91). "Risultato sublime di questa meditazione spirituale fu l’esecuzione della Pietà Rondanini - spiegano i curatori -, la cui estrema bellezza rifulge nel tramonto della figura". Non a caso, quest’ultima Pietà è definita più una preghiera che un’opera d’arte.

Il cardinale Giuseppe, Betori ha ricordato che "tra le immagini più significative che lungo i secoli hanno dato forma alla figura di Maria nel cuore dei credenti c’è senza dubbio la Pietà, il corpo di Gesù deposto dalla croce accolto dalla Madre tra le braccia".

"Questa mostra è la prima nota che fa partire la sinfonia della settimana dedicata ai dialoghi sulla pace – ha detto il sindaco Dario Nardella –. Inoltre, è l’occasione per siglare un Patto per la Cultura con Milano e Roma". All’incontro è intervenuto l’assessore alla cultura di Milano, Tommaso Sacchi: a ottobre la mostra sarà trasferita a Palazzo Reale.

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