di Francesco Ingardia
Con o senza i decreti attuativi, la sostanza non cambia. Il timore di un danno sotto forma di terremoto economico è forte e chiaro per le realtà aziendali che fanno del loro core business la mobilità sostenibile. Piattaforme come Bit Mobility, Ridemovi e Bird Riders non nascondono i mal di pancia per il giro di vite dato alla riforma del codice della strada targata Matteo Salvini, leader del Carroccio alla guida del Mit. Vissuti come una mannaia i costi a carico delle compagnia da sostenere per consentire la circolazione dei monopattini: a partire dal casco per i conducenti, ad alto rischio di atti vandalici. Il contrassegno sotto forma di targa. L’assicurazione rca. Obblighi sotto forma di costi che minano la stessa sostenibilità sul mercato, alla permanenza in una città come Firenze, che da sè, ospita su strada un parco mezzi da 1650 monopattini in sharing. Tradotto in chilometri: circa 90mila in un anno e 1.500 corse al mese. Ed essendo entrato ufficialmente in vigore ieri, il nuovo codice della strada ha fatto sì che gli agenti di polizia municipala adempiessero ai loro doveri comminando le prime sanzioni per i conducenti privi di casco.
L’elefante nella stanza è la scandenza dell’attuale bando per i player presenti su Firenze prevista per fine 2024. A fronte di proiezioni che stimano una contrazione della domanda pari al 30%, con costi in rialzo anche del 20-30%, finisce a rischio un tessuto occupazionale di 1.200 posti in tutta Italia. Un rischio, a queste latitudini, ulteriormente rafforzato dalla perplessità stessa di aziende come Bit Mobility, Ridemovi e Bird Riders di presentarsi nuovamente per il nuovo bando di gara. Qui, i primi dati certi: il comparto bike (flotta da 2.300 bici, di cui 1.300 standard, a pedalata muscolare) rimarrà immutato fino al giugno 2027. Quadro ben diverso, invece, per i monopattini: Palazzo Vecchio fa sapere che si avvarrà di una proroga tecnica al 30 aprile prima di bandire la nuova procedura di gara. Per molteplici ragioni: intanto, la valutazione dello scenario conseguente al nuovo codice. Poi, il completamento della sperimentazione della piattaforma digitale Maas con gli attuali gestori, che prevede l’integrazione delle modalità di trasporto offerte da operatori diversi. Gli stessi, che a gran voce chiedono un tavolo di confronto proprio con il Comune il più presto possibile.
"La volontà è quella di restare - spiega Michele Francioni, direttore operativo di Bit Mobility -. Ma tutto dipende da come il Comune intende muoversi. Purtroppo la nuova normativa ci pone in una situazione di offrire un servizio in modo completamente diverso. Le criticità della riforme sono state più volte sollevate da noi in parlamento e in commissione. Dispiace che oggi siamo arrivati al dunque. Al contempo, segnalo che diversi Comuni stanno prevedendo forme di finanziamento a sostegno di aziende di sharing: il servizio resta offerto a fronte di un corrispettivo. Quindi, finanziamenti congrui, equiparazione del numero dei mezzi di competitor che hanno flotte anche 3-4 volte superiori alla nostra, i punti fondamentali che avanzeremo al tavolo di confronto con il Comune". Un tavolo confermato dallo stesso assessore alla Mobilità Andrea Giorgio "entro Natale". "Il Comune ci sarà e ascolterà. E sarà pronto a confrontatsi con gli operatori".