SANDRO
Cronaca

La paura sta uccidendo i nostri negozi

Sandro

Rogari

L’elenco delle chiusure si allunga all’infinito. Non si tratta solo di ristoranti e bar. Sono negozi di diverso genere, soprattutto di abbigliamento. Brand famosi, che avevano invaso il centro storico e che parevano destinati a connotare in permanenza la città, chiudono i battenti. Si parla anche di grandi magazzini che potrebbero tirare giù le saracinesche: un disastro per tanti motivi, a cominciare dai numerosi posti di lavoro in gioco. Temo che la vitalità del nostro centro ne esca stravolta in modo irreversibile. Perché i nemici sono due e stanno sommando le loro forze e la loro capacità di far danno. Il primo, più visibile e diretto, è il maledetto virus nella sua supercontagiosa variante. La considerazione di chiunque è banale. Io posso premunirmi e rischiare molto poco il contagio se, con adeguata mascherina, entro in un negozio e mi trattengo un tempo limitato. Ma, se vado al ristorante o al bar, tolgo la protezione e il super green pass non mi protegge. Perché ci hanno spiegato che chiunque può essere portatore. Anche un vaccinato. Poi i messaggi che ci arrivano quotidianamente, che tutti, prima o poi, incontreremo il virus, sono ottimi per diffondere la paura; ci fanno sentire in stato d’assedio. Ma chi non va in un bar o in un ristorante è dissuaso anche dall’entrare in un negozio. E allora agisce un altro nemico, più occulto, ma che dilaga: l’e commerce. Si supplisce comprando on line. Stiamo lontani da tutto e da tutti e riceviamo a casa quanto desideriamo. Si dirà che questo colpisce più i piccoli negozianti del brand famosi. Ma, a parte il fatto che è comunque un disastro, questo non vale per i grandi magazzini. Un insieme di fattori interagiscono e svuotano il centro, con conseguenze che rischiano di divenire permanenti. Se non si allenta questa morsa non ne usciamo. La comunicazione che ci affligge ogni giorno è devastante. Nei vaccinati, il rischio del contagio si associa al rischio della quarantena. È questa che fa paura, una volta che si è dissolto il rischio di contrarre malattia grave. Basta leggere il calvario di chi ci entra e non riesce più ad uscirne, fra green pass sospesi e non riattivati. Intanto la città muore.