
FIRENZE
Promuovevano appartamenti in affitto tramite siti e social network, creando pagine di agenzie immobiliari non registrate.
Ai possibili clienti mostravano le case, si facevano mandare documenti e caparra, ma non stipulavano ma non andavano mai oltre la proposta di locazione, intascandosi così l’acconto. Le vittime "preferite" erano soprattutto gli extracomunicari: pagano in contanti e ad avendo problemi di permanenza sul territorio, per sé o per i loro familiari, in molti casi hanno "inghiottito" la truffa senza andare a denunciare.
Ma non tutti hanno piegato la testa, e da due dalla denuncia di due raggirati è partita un’inchiesta della polizia postale, coordinata dal pm Ester Nocera. Le indagate sono due agenti immobiliari "abusive" - nel senso che all’epoca dei fatti non erano in possesso del patentino - e un terzo, ’regolare’, con cui le due donne collaboravano e si appoggiavano per concludere gli affari non essendo appunto in possesso della necessaria abilitazione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nel corso del 2019 avrebbero intascato più di 28mila euro. "Io ho fatto due conti.. io e te si è guadagnato quasi 17mila euro in pochi mesi.. e credimi.. è più di quindici anni che fo questo lavoro.. per il tempo che gli abbiamo dedicato sono veramente tanti soldi", si dicevano le soci in un ’vocale’ su whatsapp rinvenuto nei telefonini sequestrati.
Come "lavoravano" le due socie? La polposta è risalita ad alcune pagine Facebook legate ad agenzie senza registrazione: "Immobiliare David" nel 2017, "Immobiliare Sm" nel 2018, "Studio Dg Immobili" nel 2019. Tramite i social, pubblicizzavano alloggi e allegavano un numero di telefono. E via ai contatti. "Confermato appuntamento per oggi ore 18 via Romagnoli. Portare documenti per reddito, cud, busta paga, contratto di lavoro e a garanzia per la proposta 750 euro in contanti", scriveva l’agente a un possibile cliente. Con questo sistema, sono state proposte a più persone case in via dei Sette Santi, via Pisana, via Spinucci, via della Chiesa, via Bolognese e via Barducci. A un certo punto, le indagate sparirono. Anche per i colleghi con cui collaboravano, che cominciarono a cercarle disperati. "Richiamami, ti prego, sono venuti i carabinieri allo studio con un esposto in mano di una denuncia fatta all’agenzia per mancata restituzione della caparra". Anche tanti stranieri - bengalesi, pakistani, filippini - facevano la fila alle agenzie ’d’appoggio’ per riavere le caparre, talvolta anche di 1800 euro. Ora, le menti della truffa dell’affitto rischiano il processo.
Stefano Brogioni