
La decisione del giudice. Toti resta ai domiciliari: "Può inquinare le prove". L’ira di Salvini: è giustizia?
Neanche la chiusura delle urne è bastata: il governatore della Liguria Giovanni Toti resta ancora ai domiciliari. "C’è ancora il pericolo di reiterazione di reato e di inquinamento probatorio", ha scritto il gip Paola Faggioni nella sua ordinanza, in risposta alla richiesta di alleggerimento della misura presentata dal difensore di Toti, l’avvocato Stefano Savi. "Faremo subito appello – sottolinea il legale –. Sul motivo della pericolosità passa questa idea che chi è indagato, indagato e non condannato, per un reato sia pericoloso quasi all’infinito. Vorrei capire quanto dura la pericolosità".
Sulla decisione del giudice, è intervenuto il ministro Matteo Salvini: "Solidarietà a Giovanni Toti e al popolo ligure che più volte lo ha scelto, apprezzato ed eletto: nessun accanimento, politico o giudiziario, fermerà la determinazione della Lega e dell’intero Centrodestra di lavorare al servizio dei cittadini liguri. Ci chiediamo: è davvero giustizia?". Il prossimo passo della difesa Toti dovrebbe essere una richiesta di incontrare esponenti della sua maggioranza. Del resto, in molti, dall’altra parte, chiedono le sue dimissioni.
Nelle quattro pagine della sua decisione, il gip Faggioni ha motivato la sua decisione anche alla luce delle ultimissime acquisizioni fatte dalla guardia di finanza: il giorno dell’esecuzione della misura, a Toti è stato sequestrato il suo smartphone. Da lì, sono state estrapolate alcune chat, come quella relativa alla cena di finanziamento elettorale dello scorso 14 aprile a Villa Lo Zerbino. L’imprenditore portuale Aldo Spinelli, corruttore – seconda l’accusa – del presidente ligure e dell’ex presidente dell’Authority, Paolo Emilio Signorini, era uno dei partecipanti. Ma per i dieci posti prenotati a tavola, Toti avrebbe ricevuto una somma maggiore rispetto a quella dei 450 euro a persona.
"Spinelli mi ha detto che fa 10 posti. Poi il resto... ci aggiustiamo", dice, "utilizzando un’espressione ("resto") di frequente usata sia da Toti che da Spinelli per fare riferimento, in modo allusivo, alle utilità oggetto degli accordi corruttivi".
Per il giudice, inoltre, permane il pericolo di reiterazione del reato "in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi". Notizie migliori invece per il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani: il gup della Spezia ha revocato i domiciliari. Gli resta un’interdizione.