"Abbiamo scioperato insieme alle altre sigle subito dopo la tragedia, ma crediamo che adesso serva altro: lavorare a livello locale, regionale e nazionale per ottenere dei risultati". Fabio Franchi, segretario generale della Cisl di Firenze-Prato, spiega così la posizione della propria sigla sindacale che ieri, a differenza di Cgil e Uil, ha scelto di non scendere in piazza, davanti al cantiere di via Mariti.
Come mai questa decisione?
"Appena avvenuto il crollo, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero di due ore a livello toscano, che ha condannato con fermezza l’accaduto e riacceso l’attenzione sul tema. Contestualmente c’è stato un presidio davanti alla Prefettura, al termine del quale siamo stati ricevuti dal prefetto. Sempre in quello stesso giorno abbiamo incontrato il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. Avevamo quindi già dato una risposta di questo tipo, nell’immediato. Oggi pensiamo che sia necessario usare al meglio il tempo per evitare altre stragi".
Cosa state facendo concretamente?
"Abbiamo messo in piedi una serie di assemblee territoriali e nelle aziende, perché riteniamo fondamentale puntare sulla sensibilizzazione al tema e sulla formazione. Al termine di questi incontri faremo partire nuovi solleciti al governo, che comunque ha già convocato le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi, lunedì prossimo, per un incontro proprio sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro".
Quali le vostre richieste?
"Non vogliamo più sentir parlare di fatalità: di fronte a mille morti sul lavoro in un anno in Italia nel 2023, il destino e la sfortuna non c’entrano. Occorre cambiare la normativa e aumentare i controlli. Oggi, vengono fatte rarissime ispezioni e le poche effettuate sono tutt’altro che rassicuranti, visto che a Firenze, in 7 cantieri su 10 controllati emerge qualche irregolarità, dalla mancanza di un dispositivo di sicurezza a carenze talmente gravi da imporre lo stop ai lavori. La nostra prima richiesta è quindi quella di incrementare il numero di ispettori. Domandiamo poi che, per i grandi appalti privati, siano chieste le stesse garanzie di qualità, trasparenza e regolarità contributiva oggi imposte a quelli pubblici. Infine serve una sorta di ‘patente a punti’ che aiuti a creare una sistema di qualificazione e certificazione delle imprese. Se la stessa azienda compie più errori nel tempo, questo deve emergere e influire in sede d’accesso alle gare d’appalto".
Cgil e Uil hanno chiesto l’estensione del ‘cantiere trasparente’ e lo stop al subappalto a cascata, cosa ne pensate?
"Entrambe le battaglie ci uniscono da tempo, così come i punti della piattaforma nazionale che abbiamo già consegnato al Presidente Mattarella. Quello del ‘cantiere trasparente’ è un risultato importante che, da Firenze, chiediamo di estendere a livello regionale e nazionale, perché permette di vedere chi è a lavoro e cosa fa. Serve poi maggiore formazione e grande attenzione alle possibilità di comunicazione. È un aspetto spesso sottovalutato, ma in un cantiere, capire correttamente cosa viene detto e cosa sta accadendo può davvero fare la differenza".