REDAZIONE FIRENZE

La chiesa di Spugnole riemerge dalla palude, consolidata con i soldi della comunità

La storica cappella era ’affondata’ per le piogge. Festa per la riapertura

L’antichissima chiesa di Santa Maria e San Niccolò a Spugnole da tempo era a rischio. Un cedimento delle fondamenta e del terreno sulla quale poggia, aveva causato gravi danni strutturali. Ma l’impegno delle comunità che da decenni frequentano la struttura, con vari gruppi, dai parrocchiani di Campomigliaio e di San Piero a Sieve, a quelli fiorentini di Varlungo, ha fatto il miracolo. Si sono cercati e trovati i fondi necessari, in particolare grazie alla sensibilità della Fondazione CR di Firenze che ha accolto la richiesta della parrocchia di Campomigliaio. Così si sono potuti realizzare importanti lavori di consolidamento e di risanamento strutturale, compreso sacrestia e campanile. E di recente si è potuto festeggiare, con il taglio del nastro, il recupero di questa chiesa che ora è circondata soltanto da boschi e non ha più un suo popolo, ma che è ancora punto di riferimento di tante persone.

Così alla cerimonia di inaugurazione (foto), con il pievano di San Piero a Sieve e parroco di Campomigliaio Don Daniele Centorbi a fare gli onori di casa, c’era tanta gente e c’erano il sindaco di Scarperia e San Piero Federico Ignesti, e monsignor Marco Domenico Viola, priore della basilica di San Lorenzo. Mentre Massimo Certini, storico locale, ha sottolineato l’importanza storico-artistica del complesso di Spugnole – le cui prime notizie risalgono agli inizi dell’anno Mille –, che ha visto nei secoli la presenza delle più importanti famiglie della nobiltà fiorentina, compresi i Medici, che lì vicino fecero costruire il castello del Trebbio. L’impegno per rendere completamente agibile il complesso prosegue, intanto la chiesa di Spugnole sarà aperta ogni terza domenica del mese dalle 10 alle 18. E a Ferragosto vi si terrà la Messa per l’Assunta seguita da una cocomerata.

Paolo Guidotti