
Kasia Smutniak a Firenze per presentare il suo primo docufilm da regista
Firenze, 24 novembre 2023 – Kasia Smutniak esordisce come regista e lo fa con un documentario molto forte, nato per scuotere le coscienze. Si intitola "Mur". Una sola parola che ne racchiude tantissime.
Un muro, una parete, qualcosa che divide e separa, che rinchiude e limita il passaggio. Il muro, in questo caso, è quello di circa 200 chilometri costruito lungo i confini della Polonia con la Bielorussia.
L'attrice, per metà polacca e per metà italiana, non lo aveva in programma. Poi è diventato quasi una necessità: "Avevo un disperato bisogno di fare luce sulla situazione dei migranti respinti ai confini dell'Europa, tra Polonia e Bielorussia. Dopo il primo viaggio con Diego Bianchi, per un reportage per Propaganda Live, ho pensato a cosa potessi fare. Così sono partita".
Insieme a lei c'era la co-autrice Marella Bombini. Entrambe riprendono ciò che vedono con strumenti che, per ovvi motivi, dovevano essere facili da portare e soprattutto da nascondere: una telecamera semiautomatica e un telefonino. Dopo dieci giorni di viaggio, di esperienze e storie raccolte, dopo 120 ore di girato e 9 mesi di montaggio è nato "Mur".
Oggi il docufilm è stato presentato a Firenze, al cinema La Compagnia, in apertura del "Festival di Cinema e Donne", nel cartellone della "50 Giorni di Cinema a Firenze". "Si continua a costruire muri, ma non si parla continuamente di muri - ha detto Smutniak - Ho fatto una ricerca su quanti ce ne sono in Europa e non è stato facile trovarli, perché semplicemente non vengono chiamati con il loro nome. Il titolo del film non lascia spazio all'interpretazione: Mur, tre lettere, significa quello che è. Una divisione di 186 chilometri, alta sei metri, in metallo, che cos'è se non un muro?"