Firenze, la comunità ebraica: “Odio e veleno al convegno sul Medio Oriente”

Scoppia il caso sull’iniziativa organizzata a Palazzo Vecchio. L’assessore comunale Giuliani: “Parole che esprimono un disagio reale, che va ascoltato”

Enrico Fink

Enrico Fink

Firenze, 28 febbraio 2024 – La comunità ebraica di Firenze, ascoltando la registrazione del convegno "Pace e giustizia in Medio Oriente", organizzato sabato scorso a Palazzo Vecchio, oltre a una "profonda delusione" ha provato "amarezza e delusione", scrive il presidente Enrico Fink in una missiva inviata al Comune.

"Non certo perché si è parlato del dramma dei palestinesi, perché ci stanno a cuore i diritti, la pace e la serenità di tutta la regione, di tutti i suoi abitanti, ebrei cristiani o musulmani, israeliani o palestinesi, e la morte di qualunque essere umano ci crea angoscia indipendentemente dalla sua religione o cultura o nazionalità".

No, "l'amarezza è cresciuta man mano che diventava sempre più chiaro che invece di cercare prospettive di pace, si riproponeva per l'ennesima volta una sterile narrativa completamente di parte, volta non al riconoscimento delle aspirazioni e dei diritti di tutti, ma alla calunnia, al veleno".

E questo, prosegue, "non solo contro le scelte politiche di un governo, ma contro l'idea stessa dell'esistenza ebraica nella regione, portando avanti, anche nel linguaggio, la politica di rovesciamento delle responsabilità e della sostituzione delle vittime che spinge il campo anti israeliano ad assumere continuamente parole e concetti mutuati irresponsabilmente dalla Shoà: dall'uso della parola 'genocidio' come fosse un sostantivo qualunque, fino, in una progressione che sarebbe comica se non fosse spaventosa, all'uso sistematico delle parole di Primo Levi fuori contesto, per arrivare in un tripudio di applausi della sala all'arruolamento nell'immaginario antiebraico della povera Anne Frank, a cui diciamocelo, mancava solo questo".

"L'appello e la richiesta della comunità ebraica fiorentina in merito all'iniziativa di sabato scorso  a Palazzo Vecchio non può cadere nel vuoto – dice l’assessore ai Rapporti con le confessioni religiose, Maria Federica Giuliani – Il rispetto personale, la ricerca di un dialogo vero contro il tentativo di far prevalere una posizione di parte sulle altre sono i presupposti di una vera cultura di pace. L'amarezza e la delusione riportate nella lettera, peraltro dai toni composti e pacati, esprimono un disagio reale che esige un gesto di chiarimento", sottolinea.

"Firenze è sempre stata una città capace di tenere insieme le tre comunità abramitiche nello spirito lapiriano, anche nei momenti più difficili come quello che stiamo vivendo nel Medio Oriente. Per questo ciascuno deve impegnarsi realmente affinché questo spirito di convivenza non venga compromesso da messaggi divisivi e senza prospettiva".

Come amministrazione comunale, prosegue, "siamo impegnati da anni per realizzare iniziative rivolte alla pace in Medio Oriente e al difficile lavoro di promuovere due popoli e due Stati. Apprezziamo il difficile tentativo del presidente del Consiglio, Luca Milani, nel coinvolgere le associazioni e formazioni attive sul tema della pace. In tali momenti sono emerse diverse posizioni dei relatori, punti di vista soggettivi non riconducibili alla posizione dell'amministrazione".