REDAZIONE FIRENZE

Invalidità Trasporti negati ’Spendo tanto per il servizio privato’

Giulia, 48 anni, frequenta un centro diurno. Ma non è riuscita a ottenere il diritto all’accompagnamento. Appello della madre: "Dovrebbe essere prioritario. Ma non per il Comune. Lavoro ancora per sostenerla".

Ha trovato una nuova casa ma ha perso quelli che per lei, disabile, erano servizi fondamentali.

E’ la storia di Giulia Orelitti, 48 enne: da un anno attende senza esito lo scorrimento delle liste d’attesa per poter usufruire del servizio gratuito dei mezzi di trasporto. Le spetta di diritto. E’ stata la mamma Daniela Orelitti, 74 anni, a rivolgersi a ’La Nazione’, abbattuta dalla situazione in cui è costretta a vivere: "Mia figlia è per la legge 1041992 invalida al 100%, come certificato, ma il comune ci nega il diritto all’accompagno di cui mia figlia deve servirsi". Una trafila che si ripete ciclicamente, ma stavolta la problematica parrebbe duplice: non si tratta soltanto di un mancato servizio, ma di una difficoltà che non ci sarebbe in altri comuni della città metropolitana. Racconta mamma Daniela: "Quando vivevamo nel comune di Fiesole, questo non succedeva. Giulia veniva presa a casa con l’auto attrezzata della Misericordia e veniva accompagnata tutti i giorni al centro diurno sanitario Barbieri. Tutti i problemi sono nati quando abbiamo scelto di trasferirci a Firenze". Una protesta a gran voce che ritrae una situazione difficoltosa per le persone e per le loro famiglie che hanno bisogno di aiuti. Di non essere lasciate sole. Aspettative che non si confermano per quanto riguarda i mezzi di trasporti per i disabili. "La condizione di Giulia mi obbliga alla mia età ad andare ancora a lavorare; non avendo aiuto dal comune, sono vincolata ad adattarmi tra servizi a pagamento o aiuti temporanei – racconta la donna – neanche gli assistenti sociali mi hanno saputo dire niente se non di aspettare. Ma aspettare cosa?". Giulia, frequenta quotidianamente un centro diurno non a pagamento, un luogo ha l’opportunità di praticare varie attività. Qui Giulia ha potuto fare conoscenze nuove e amicizie e occupa il suo tempo senza perderlo. "Se a mia figlia è stata riconosciuta la possibilità di non pagare il centro sanitario, deve essere priorità che possa raggiungerlo senza problemi– è affranta Daniela – è una cosa vergognosa e nessuno mi aiuta". Famiglie costrette, in questo modo, a pagare di tasca propria enti privati per il trasporto. "Giulia si sente i colpa per i sacrifici che sto facendo, dato che devo lavorare perfar fronte a tutte le spese. Chiedo solo che le persone più fragili siano aiutate e seguite come meritano. Come deve essere" è l’appello accorato.

Dal Comune fanno sapere che ci sarà l’apertura di un bando con nuovi posti a disposizione. "Sulla base di situazione familiare e distanze da percorrere, ed altro, sono gli assistenti sociali a scandire le priorità: è in corso un nuovo avviso per il trasporto disabili per fornire altri posti".