ERIKA PONTINI
Cronaca

"Meloni come Thatcher, le prime donne al governo. Regno Unito e Italia Paesi amici: nel pericolo dobbiamo agire insieme"

Parla Lord Edward Llewellyn, ambasciatore britannico in Italia dal febbraio 2022

"Meloni come Thatcher, le prime donne al governo. Regno Unito e Italia Paesi amici: nel pericolo dobbiamo agire insieme"

Firenze, 21 giugno 2023 – “Cosa hanno in comune lady Thatcher e lady Meloni? Sono i primi ministri donne del loro paese. Ambedue forti, con grande determinazione. Ma oggi siamo nel 2023, non negli anni ’80 e l’Italia non è il Regno Unito, difficile fare paragoni”.

Lord Edward Llewellyn, ambasciatore britannico in Italia dal febbraio 2022, nei primi cento giorni di mandato aveva già raggiunto il suo ambizioso obiettivo: “Visitare venti regioni italiane. Nella stessa settimana sono stato a Catanzaro e Aosta e ho scoperto tutte le differenze di questo Paese”.

Lord Edward Llewellyn (New Press Photo)
Lord Edward Llewellyn (New Press Photo)

A Firenze per celebrare Re Carlo nella città che lo accolse nel 2017, ha fatto visita alla redazione de La Nazione.

Ambasciatore, a due anni dalla entrata in vigore la Brexit che effetti ha avuto sull’economia della Gran Bretagna e nel rapporto con l’Europa?

“La decisione di uscire dall’Unione europea è stata presa quasi 7 anni fa, ma il mio paese rimane europeo: ne condividiamo i valori: dalla guerra in Ucraina alla sicurezza”.

Nessun cambiamento?

“Ovviamente ce ne sono ma vorrei sottolineare che il Regno Unito resta un Paese aperto, siamo orgogliosi di avere tanti italiani da noi, anche nelle nostre università, come ricercatori, nei campi della scienza e dell’economia. E noi britannici amiamo l’Italia. Si vedrà quest’anno con l’ondata di turismo”.

Come è stato accolto in Gran Bretagna l’avvento del centrodestra in Italia?

“I nostri rapporti sono più stretti che mai. Sei settimane dopo la nomina del presidente Giorgia Meloni abbiamo firmato, anche insieme agli alleati giapponesi, il progetto per produrre insieme il nostro aereo da caccia. Voi l’avete chiamato Tempest: è un annuncio storico. A febbraio nella mia residenza di Roma si è svolto l’incontro con i nostri e i vostri ministri del commercio e della difesa, e a fine aprile il presidente Meloni a Londra ha firmato con il nostro premier Rishi Sunak un patto bilaterale su ambiente, sicurezza, difesa, affari esteri, immigrazione e rapporti commerciali. Si tratta di un accordo per promuovere investimenti ed esportazioni che vedrà i suoi frutti nei prossimi anni. E’ la prima volta che i nostri Paesi firmano un simile accordo. L’idea c’era già, ma si è concretizzata con l’attuale governo”.

Paesi che viaggiano affiatati quindi?

“Facciamo parte del G7, che in questo momento è di particolare importanza, e dell’Alleanza Atlantica. È un periodo difficile e pericoloso per il mondo ed è in questi momenti che gli amici devono stringersi”.

Parla della guerra in Ucraina: la Gran Bretagna è uno dei primi fornitori di armi…

“Dal primo momento siamo al fianco degli ucraini, anche prima dell’invasione per l'addestramento delle truppe. Condividiamo con l’Italia lo stesso approccio. Siamo convinti che permettere l'invasione illegale di un Paese libero e sovrano sarebbe non soltanto una tragedia per l’Ucraina ma anche pericoloso per noi. La nostra sicurezza è già a rischio quando un Paese come la Russia crede di avere il diritto di annientare, far scomparire, territori e cittadini liberi. Situazioni che si sono già verificate in Europa nel secolo scorso: sappiamo come dover agire per contrastarlo. E sono davvero colpito dal modo con cui l’Italia è al fianco dell’Ucraina: dalla fornitura di armamenti, all’accoglienza dei profughi ucraini, agli aiuti umanitari”.

Berlusconi, un personaggio della storia italiana. La Gran Bretagna che giudizio ne ha dato?

“Il presidente Berlusconi ha segnato la storia di questo Paese e dell’Italia moderna. Ero in Duomo a Milano ai funerali e ho visto tante testimonianze di affetto pubblico”.

La Regina, lei l’ha conosciuta. Che eredità che ha lasciato?

“Quando dico che l’ho conosciuta, significa che ho incontrato la regina molte volte. Per noi britannici e per il mondo intero era un personaggio storico, iconico, il simbolo del senso del dovere al servizio del suo paese. E’ stata regina per settant’anni in cui il Regno Unito e il mondo sono profondamente cambiati e lei ha sempre saputo gestire i cambiamenti”.

Un ricordo particolare?

“Il suo discorso durante la pandemia: lo terminò citando la canzone "We’ll meet again" (‘Ci rivedremo ancora’) della Seconda guerra mondiale, un legame fra il presente e il passato. Un’altra sfida di un’altra guerra che abbiamo superato. Ma a livello personale ricorderò sempre il suo sorriso, quell’intelligenza che aveva negli occhi”.

Il mondo ha seguito l’incoronazione di re Carlo: segno che ancora oggi la monarchia inglese rappresenta l'identità del suo Paese e un simbolo internazionale…

“Esatto. La nostra monarchia resta un simbolo del nostro Paese. L’incoronazione di re Carlo terzo non era la stessa cerimonia di settant’anni fa, il mondo è cambiato, il Regno Unito è cambiato. C’erano i capi delle altre religioni, la cerimonia è stata officiata in tutte le lingue, ma ha conservato le radici che risalgono a secoli fa. E mi piace ricordare una cosa: nell’Abbazia di Westminster il pavimento è stato realizzato nel XIII secolo da artigiani di Roma”.

Meredith Kercher, la studentessa uccisa a Perugia, resta un giallo. Nel Regno Unito come è stata vissuta? Si è persa fiducia nella giustizia italiana?

“E stata una tragedia, per la famiglia di Meredith Kercher ma anche per la Gran Bretagna. Per me è stata molto toccante la visita a Perugia, nei giorni scorsi, all’Università per stranieri (la stessa che frequentava Mez, ndr)".

Ritiene che si potrà riaprire un Consolato britannico a Firenze?

"Abbiamo rapporti strettissimi con Firenze: questa è la mia quinta visita come ambasciatore e avevo vissuto in città quasi cinque mesi per imparare la lingua di Dante. In Italia i consolati sono a Roma e a Milano e non ne sono previsti altri: a Firenze siamo presenti con il British Institute, una realtà importante. E il nostro re ha un legame speciale con Firenze perché lui ama l’Italia, ama Firenze e ha ricevuto le chiavi della città e il premio Uomo del Rinascimento”.

(Ha collaborato Benedetta Macchini)