MONICA PIERACCINI
Cronaca

In tanti al Monte di Pietà. Dall'affitto ai tatuaggi, ecco perché si impegna un bene

Crediti aumentati del 30% I motivi? I più svariati. "Ma chi accede da noi non è un cliente povero"

Aumentano le persone che accedono al Monte di Pietà

Firenze, 28 febbraio 2021 Per pagare l’affitto o le spese mediche, ma anche per esigenze professionali o farsi un tatuaggio. Sono questi i motivi che portano i fiorentini a ricorrere al credito su pegno, istituto regolamentato dalla Banca d’Italia che consente di ottenere liquidità immediata, generalmente in un momento di temporanea difficoltà.

Il bene può poi essere riscattato ed è quello che accade, infatti, nel 98 per cento dei casi. Il banco dei pegni, che prima era della Cassa di Risparmio di Firenze, poi Intesa San Paolo, è ora passato a Banca Sistema. Nel luglio 2020 il gruppo ha infatti perfezionato, tramite la società dedicata e controllata ProntoPegno, l’acquisizione dell’intero ramo d’azienda credito su pegno di Intesa San Paolo, con 12 filiali in Italia, tra cui quella, appunto, di Firenze.

"Nel corso della pandemia – spiega Giuseppe Gentile, direttore generale di ProntoPegno spa - c’è stato un aumento del 30 per cento del ricorso al credito su pegno, ma sono aumentati anche coloro, ed esattamente della stessa percentuale, che hanno riscattato il bene. L’effetto della pandemia, dunque, è stato nullo".

D’altra parte, fa presente il direttore generale, chi si rivolge al banco dei pegni non è un cliente povero, come quello che per esempio si rivolge ai compro oro. E’ una persona che generalmente sa di poter tornare a riscattare il bene. La clientela è la più variegata. La maggior parte sono dipendenti privati, il 28 per cento, ma anche liberi professionisti, consulenti, attori, registi, qualche ex calciatore. Ci sono anche il dipendente pubblico (10 per cento della clientela) o il disoccupato che deve pagare l’affitto. Solo per il 9 per cento si tratta di pensionati.

"Il 70 per cento sono italiani, il 30 per cento stranieri. Si ricorre al credito su pegno – sottolinea Gentile – anche per farsi un tatuaggio o un intervento di chirurgia estetica".

Chi si rivolge alla filiale di Firenze nel 32 per cento dei casi ha bisogno di liquidità immediata per far fronte a esigenze quotidiane, come affitto, spese per la casa, auto, riparazioni, rette, spese mediche, nel 19 per cento dei casi ha una necessità familiare e deve acquistare per esempio materiale scolastico, abiti e scarpe, cibo.

Il 18 per cento ha esigenze professionali, il 13 per cento deve pagare imposte e tasse e non ha la liquidità necessaria, il 10 per cento, lasciando il bene in pegno, si paga vacanze o tatuaggi. Il valore medio del bene è di 1.200 euro, ma con punte anche di 50-60mila euro, per chi, ad esempio ha dei Rolex.

I quali tornano quasi sempre dal proprietario. Anche perché il banco dei pegni, oggi come decenni fa, è per molti un luogo sicuro dove lasciare oggetti di valore, al posto della cassetta di sicurezza, che costa di più. Prima si lasciava la pelliccia, per esempio, oggi più facilmente gioielli, brillanti, orologi, serviti di argento.

"E’ un fenomeno ancora presente tra gli extracomunitari, sopratutto filippini e i cingalesi, che quando vanno in vacanza nel loro Paese di origine stanno via a lungo, anche due o tre mesi, e quindi, anziché spendere in un cassetta di sicurezza – fa presente il direttore Gentile – lasciano da noi i loro beni più preziosi".