EMANUELE BALDI
Cronaca

"Impossibile prevederlo. Sì al piano di controlli su zone più frequentate"

L’esperto: "Ogni pianta ha una sua storia specifica"

L’intervento sulla pianta dalla quale è crollato un grosso ramo nel primo pomeriggio all’interno del parco delle Cascine

L’intervento sulla pianta dalla quale è crollato un grosso ramo nel primo pomeriggio all’interno del parco delle Cascine

"Ogni pianta ha una sua storia specifica. Non conoscendo l’albero in questione non posso pronunciarmi ma soltanto fare gli auguri di pronta guarigione alla ragazza rimasta ferita". Alessandro Trivisonno, presidente dell’Ordine degli Agronomi e Forestali della provincia di Firenze, preferisce non sbilanciarsi sull’episodio accaduto alle Cascine che per miracolo non si è traformato in tragedia ma cerca comunque di aiutarci a inquadrare il contesto in cui è avvenuto il crollo.

Trivisonno, gli alberi delle Cascine sono molto datati. Per questo più deboli?

"No, non li definirei così. Il rischio in questo caso va inquadrato nell’ambito di una trasformazione dell’utilizzo del parco".

Ci spieghi meglio.

"Vede, le Cascine si stanno rivitalizzando – e aggiungo per fortuna – specialmente nel periodo estivo con concerti che messi insieme attirano centinaia di migliaia di persone. Dobbiamo quindi considerare il fatto che il rischio aumenta quando c’è un passaggio di persone così frequente. E devo complimentarmi in questo caso con il Comune".

In che senso scusi?

"Nel senso che ho accolto con favore il nuovo piano del verde che ha un approccio più moderno proprio perché tiene in considerazione la valutazione dei rischi di certe zone rispetto ad altre. E questo significa anche indirizzare le risorse dove c’è più bisogno. Per farla breve: se cade un albero in mezzo al monte Morello è cosa ben diversa da un crollo nel parco delle Cascine".

Lei intende dire che certo i fungaioli sono infinitamente meno numerosi degli spettatori di un concerto... Quindi dove c’è più passaggio c’è anche più rischio statistico che qualcuno possa farsi male.

"Esattamente. Quindi giusto indirizzare le risorse secondo una logica più moderna".

Il tiglio caduto era in classe C, cioè rischio moderato. Basta un controllo l’anno su questo genere di piante?

"Le ripeto. Non conosco la storia dell’albero e non posso parlare ma solo sperare che la ragazza si rimetta al più presto, che è la cosa più importante".

I cambiamenti climatici in atto influiscono sulla vita delle piante?

"Certo, come lo fanno sulle nostre. Prima c’era un evento estremo ogni tanto, oggi ce ne sono magari quattro o cinque all’anno. Le piante sono sotto stress".

Soffrono anche il caldo intenso?

"Mah, il discorso è più complesso. magari se associato a forte vento o a particolari regimi di umidità".

Emanuele Baldi