
Imbrattato il Corridoio Vasariano I vandali sono due tifosi tedeschi
di Emanuele Baldi
Nuovo graffio – anzi ben sette – al corpo nobile della Grande Bellezza fiorentina. Stavolta dalla pelle della città il sangue che sgorga dalla ferita è nero pece, come il colore spruzzato dai vandali la notte scorsa sulle colonne del porticato che sorregge il Corridoio Vasariano che allaccia la Galleria degli Uffizi a Palazzo Pitti scavalcando l’Arno sul Ponte Vecchio, in uno degli scorci più affascinanti del mondo.
All’alba lo sdegno per gli imbrattamenti – che hanno composto la sigla DKS 1860, firmando il blitz, dato che la scritta riconduce a più riprese alla tifoseria del Monaco 1860, società minore della città bavarese – è stato trasversale. Il più infuriato di tutti il direttore degli Uffizi Eike Schmidt che non ha esitato a parlare di azione premeditata ("Certo non si è trattato di un ubriaco come quelli che scrivono il nome della fidanzata o qualche scemenza. Perché scrivere con lo spray al centro di sette pilastri da una posizione scomoda è qualcosa di diverso dal fare un graffito con un pennarello, è un’azione premeditata").
Prima ancora che le indagini dei Carabinieri giungessero a una svolta, che in poche ore ha portato a individuare due persone di nazionalità tedesca, Schmidt era tornato a chiedere punizioni esemplari. "Ricordo – le sue parole – che per casi di questo genere negli Stati Uniti è previsto il carcere fino a cinque anni. Basta con le punizioni simboliche e con attenuanti fantasiose. Qui ci vuole il pugno duro della legge". I presunti colpevoli, tutti di età compresa tra i 20 e 21 anni e in vacanza a Firenze, sono stati rintracciati dai militari dell’Arma in un appartamento in pieno centro che ospitava altre nove persone, tutte originarie della Germania, subito portati al comando provinciale dei carabinieri per l’identificazione e probabili denunce. Uno dei due ragazzi ieri indossava ancora la maglietta che portava la notte scorsa mentre imbrattava, senza sapere, o forse con la spavalderia di chi è su di giri, che le telecamere di videosorveglianza stavano filmando il tutto. Nell’abitazione dove alloggiavano gli undici turisti sono state rinvenute anche delle bombolette spray di vernice nera e alcuni indumenti, portati via per confrontarli con quelli rilevabili dalle immagini visionate. Tutto il materiale è passato ieri al vaglio degli investigatori che, dopo il foto-segnalamento dei giovani turisti, hanno provveduto a comparare le impronte digitali con le tracce rinvenute sulle bombolette. In base ai rapporti dei carabinieri, la procura aprirà quanto prima un fascicolo per danneggiamento aggravato, reato che prevede la reclusione da sei mesi a 3 anni ma, allo stato dei fatti, non l’adozione di una misura cautelare.
Anche il sindaco Dario Nardella – che cinque mesi fa aveva fisicamente bloccato un attivista di Ultima Generazione che aveva imbrattato salendo sull’arengario la facciata di Palazzo Vecchio – ieri mattina era visibilmente scosso: "Ci siamo svegliati con questo vergognoso gesto vandalico. Useremo tutte le telecamere e gli strumenti disponibili per individuare questi individui spregevoli e per punirli adeguatamente". Queste le sue parole, a cui hanno fatto eco quelle del presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, che ha parlato di "un grave sfregio al nostro patrimonio culturale, vergognoso e inaccettabile a Firenze, come in ogni luogo del nostro Paese".