E’ un viaggio che parte da lontano il percorso dell’artista iraniana Aryan Ozmaei: trasferitasi a Firenze a 26 anni per studiare all’Accademia di Belle Arti, il suo sguardo ibrido e decoloniale l’ha avvicinata sin da subito all’approccio archeologico del Museo di Antropologia ed Etnologia, dove nel 2019 ha presentato la personale "A day at the Anthropological Museum of Florence". Oggi, la sua ricerca sulle zone di contatto e le identità fluide del nostro tempo prosegue nella mostra a cura di Veronica Caciolli "Terzo Spazio", che si svolge da domani al 9 aprile al Mad e al Museo di Antropologia ed Etnologia.
Partendo dalla teoria dell’antopologo Homi K. Bhabha che nel suo celebre "The Location of Culture" si riferisce agli "spazi terzi" come luoghi di ibridazione tra culture, l’artista realizza venti dipinti, site e collection-specific: collages pittorici dove statue e sculture frammentate e decontestualizzate vengono ricostruite anche simbolicamente: "Noi e l’altro, l’identità e il dialogo, l’arte e l’antropologia si fondono in un racconto della modernità con sguardo femminile e ibrido di Aryan Ozmaei - dice la curatrice Veronica Caciolli - Siamo orgogliosi di questa ‘tripla’ collaborazione sulla capacità di interagire tra campi del sapere".
Giulio Aronica