La storia della libreria Alfani, che si trova nell’omonima via al numero 84 rosso, ce la racconta Serena, che ha raccolto il testimone da suo padre. Un’avventura che dimostra ancora una volta come il legame tra "uomo" e "libro" sia profondo e magico, e non riguarda soltanto i lettori, ma anche chi si occupa di vendere quel "cibo" prezioso. Serena ci racconta: "Mio padre aveva 22 anni e studiava giurisprudenza quando, passando da via degli Alfani per recarsi in facoltà in via Laura, mise gli occhi su un fondo alluvionato che aveva ospitato la libreria d’arte Fabbri fino al 1966. Con due amici decise di aprirci una libreria universitaria, e all’epoca l’impresa fu coronata dal successo, perché fuori del negozio c’era una fila che faceva concorrenza al David! La libreria, aperta nel marzo del 1967, dal 1984 è stata rilevata interamente da mio padre, che l’ha ristrutturata facendola diventare come è ancora adesso: la più bella di Firenze. I miei primi ricordi di bambina sono in libreria: sono cresciuta dietro il bancone, facevo i compiti in una stanzina nel retro del negozio e tornavamo a casa tutti insieme dopo la chiusura. Ho sempre studiato le materie che amavo perché volevo fare la libraia". "Oltre ai nostri clienti storici affezionati, abbiamo anche clienti spagnoli, brasiliani, inglesi e pure australiani, che ci chiedono consulenze e si fanno spedire i libri più adatti per le loro ricerche e studi. È stato nostro cliente il più grande Dantista mondiale, il professore australiano John Scott, di Perth, che ha ricevuto il fiorino d’oro una quindicina di anni fa". Dopo la parte bella della storia, ecco quella dolente: "Dal 1984 ad oggi è sempre più difficile rimanere aperti: vendiamo un prodotto che si trova online, le grandi catene fanno sconti che noi non possiamo permetterci, l’amore per la cultura è in calo, e oltre a ciò la nostra strada, via Alfani, è circondata dai cantieri. Solo un’idealista incosciente come me poteva decidere di proseguire l’attività di famiglia, rilevando in pieno lockdown la libreria! L’ho fatto non solo per la mia passione, ma anche per dare un senso ai tanti sacrifici che i miei genitori hanno fatto per rimanere aperti, rinunciando alle ferie e ai lunghi viaggi". Andiamo a trovare Serena, viva le librerie indipendenti.
CronacaIl sogno di Serena nelle pagine di vita