"Noi siamo qui da più di cinquant’anni, quando ancora passavano le macchine in via dell’Ariento. I nostri teli si tolgono facilmente e la nostra posizione è ben lontana dalle altre bancarelle. Ora tutti dovranno stare alle regole". Silvia Radicchi, 62 anni, non ha dubbi. Tre metri e 40 centimetri di cuscinetto obbligatorio tra i vari banchi del mercato esterno di San Lorenzo e teloni tirati su per non impedire il passaggio di mezzi di soccorso in caso di emergenza non sono un problema per lei. "Le regole valgono per tutti, ora niente più sconti". Non tutti però la pensano come lei.
L’assessore allo sviluppo economico Jacopo Vicini ha messo nero su bianco le norme su cui i vigili non chiuderanno più un occhio: oltre alla distanza, è obbligatorio anche l’accesso all’area per i commercianti non prima delle 7.30 e lo sgombero non oltre le 20.30. E tra i colori sgargianti di borse e giacche in pelle, le voci di chi queste rigidità non le riesce proprio a digerire si fanno sentire.
"Certo, la sicurezza prima di tutto – interviene Alessandro Caglieri, 61 anni, un altro gestore – Ma questo provvedimento così fiscale è un problema per noi. Soprattutto la questione dei teli. È giusto che non debbano ingombrare il passaggio di autoambulanze o camion dei pompieri, ma noi così siamo alla mercé delle intemperie". Una misura ritenuta eccessiva anche dal giovane venditore Andrea Balbo, 30 anni: "Queste misure non vanno bene. Guardate questo guanto di grande qualità che noi vendiamo a più di 100 euro. Con tutto questo sole si è bruciato, è tutto rovinato. Ora è invendibile".
È agosto, il caldo in città è insopportabile e il commerciante Udin Salà, 38 anni, chiede: "Nelle giornate afose come oggi come dovremmo fare senza un riparo adeguato? Così le persone non hanno voglia di fermarsi neppure a guardare. D’inverno quando pioverà spesso poi... C’è il rischio di dover chiudere l’attività". Vieri Vanni, 59 anni, che a lungo ha lavorato nei banchi dei mercati esterni, solidarizza: "Io ho nel cuore questa gente. Mi sembra tutto un’esagerazione. Anche perché, se i 3 metri abbondanti vanno necessariamente rispettati, qualcuno dovrà sparire e finirà a vendere alle Cascine senza depositi e magazzini".
Anche Claudia Fanti, 48 anni, del bar pasticceria Sieni si schiera con i commercianti preoccupati: "Mi sembra una misura un po’ troppo severa. È chiaro che quando deve passare un’ambulanza in questi spazi angusti è difficile. Ma già il commercio è quello che è per tutti, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna, non si può sempre picchiare duro. Una soluzione va trovata, ma non credo sia questa".
C’è anche chi invece, come tanti negozianti di locali intorno al mercato, vede in questa tolleranza zero un’opportunità. È il caso di Ivana Bruschi, 96 anni, proprietaria di un forno storico: "Secondo me è giusto così e non solo per la sicurezza. Io sono qui da 65 anni. Prima di tutte queste bancarelle ero vista e ora sono rinchiusa. Sono tutte appiccicate. Se stanno più separate per me c’è più visibilità". Mattia Pasquale Picardi, 24 anni, della Trattoria San Lorenzo, aggiunge: "Tempo fa un camion dei pompieri non è riuscito a passare (riferendosi allo scorso aprile, quando un’autobotte dei vigli del fuoco chiamata per un principio di incendio nel mercato coperto non riusciva a muoversi, ndr), queste cose non possono succedere. È giusto che chi non rispetta le regole perda la concessione e debba pagare una multa salata. Nel nostro ristorante se metti una sedia di qualche centimetro fuori posto toccando il marciapiede ti fanno la multa. Noi abbiamo dovuto cambiare la disposizione dei tavoli. La legge deve essere uguale per tutti. La severità non sia solo per noi".