Il futuro dello stadio Franchi, summit dal Prefetto. Nardella con i tecnici per rinviare i cantieri

Oggi pomeriggio il tavolo con amministratori, Fiorentina ed Empoli. I nodi da sciogliere sono tanti: dall’ok allo slittamento dei lavori. alla deroga per il doppio campo. E il Padovani da completare.

Il restyling dello stadio Franchi

Il restyling dello stadio Franchi

Firenze, 11 gennaio 2024 – Il giorno del summit per lo stadio è arrivato. L’appuntamento è alle 17 in prefettura per provare a districare i nodi dell’affaire Fiorentina, ovvero il futuro campo di gioco dei viola. Al tavolo, invitati dal prefetto Francesca Ferrandino, siederanno tutti gli attori principali, ma si preannuncia un appuntamento comunque delicatissimo e con una serie di interrogativi ancora da chiarire.

Il primo - e non secondario - riguarda il bando del nuovo Franchi, affidato da Palazzo Vecchio a un raggruppamento di imprese con Cobar di Bari (aggiudicataria) e Sac, finanziato tramite i fondi del Pnc-Pnrr per 151 milioni di euro, dopo il definanziamento del fondo periferie da parte della Ue. La Fiorentina chiede con forza di slittare i lavori per continuare a giocare a Campo di Marte: la nuova cantierizzazione sarebbe molto più onerosa (secondo il club, che ha fatto i propri anche con l’architetto Marco Casamonti, ballano altri 50 milioni di euro) ma occorre capire se - cambiando i tempi e alcuni aspetti non di secondo piano nella realizzazione dell’opera - le imprese aggiudicatarie hanno la facoltà di tirarsi indietro, facendo pagare le relative penali al Comune. E questo al di là dell’eventuale via libera sull’asse Roma-Bruxelles che prevede l’avvio dei lavori adesso e la consegna entro dicembre 2026. Questioni tecniche per cui Nardella porterà all’incontro lo staff degli uffici, a cominciare dal direttore Giacomo Parenti.

L’altro aspetto è la disponibilità dell’Empoli e quindi del Castellani ad ospitare il club per una parte del prossimo campionato. Anche qui occorre capire non solo le eventuali ricadute sulla cittadina che preoccupano non poco il sindaco uscente Brenda Barnini ma anche la disponibilità della Lega Calcio (anch’essa presente al tavolo) a calendarizzare gli incontri tenendo presenti la convivenza al Castellani e la disponibilità a dividere il campionato dei viola su due campi (l’Atalanta ottenne una deroga per alcune partite). Le perplessità che Barnini ha ribadito anche ieri sono legate alla vivibilità del quartiere dello stadio, zona residenziale che il giovedì ospita anche il mercato. E per Empoli sono poi da studiare tutti gli aspetti relativi all’ordine pubblico: ma per questo al tavolo ci saranno anche le forze dell’ordine, a cominciare dal questore Maurizio Auriemma. L’atteggiamento della società di Fabrizio Corsi (che ha anch’ella intenzione di ristrutturare lo stadio) sembra all’insegna dell’attendismo, anche a leggere le dichiarazioni di Luca Lotti, ex ministro dello sport e consulente dell’Empoli, emissario del club dal prefetto. Il Castellani inoltre non può ospitare più di 16mila tifosi, capienza al di soltto degli attuali abbonati viola. Per accontentare chi non trova posto, qualcuno ha ipotizzato di utilizzare il Viola Park che, dotato di maxi schermi, potrebbe far sentire gli appassionati del club meno distanti dal campo.

Infine il Padovani: Palazzo Vecchio ha messo a bilancio 10 milioni di euro ma ne mancano altri (3/5 milioni) che, allo stato, il patron Rocco Commisso e il suo colonnello Joe Barone non sembrano voler tirare fuori.

La società sembrerebbe più interessata - nonostante gli accesi scontri di questi giorni - a mettere mano al portafogli per il secondo lotto dei lavori al Franchi (oltre 100 milioni di euro tra rifiniture e fondi già mancanti) attraverso il Piano previsto dal decreto Dpcm del 2023 che prevede una partnership pubblico-privato.

Oltre a Nardella, Lotti per l’Empoli, Barnini e probabilmente Barone per la Fiorentina all’incontro è prevista la presenza anche del governatore Eugenio Giani che già nei giorni scorsi aveva tentato di mediare la questione cercando disponibilità in stadi della Toscana. Lucca ha già detto no. Ma anche da fuori regione, è arrivato il no di Modena. Per l’Europa resta in ballo l’opzione Reggio Emilia.

ste.bro.