IACOPO NATHAN
Cronaca

Il cuore dei volontari Carezze ai senzatetto Tè caldo e cioccolatini E la notte dura si fa dolce

In viaggio con i ragazzi del corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta. Ogni settimana una visita ai bisognosi per portare conforto e aiuto. "È un lavoro difficile e impegnativo, ma non potremmo farne a meno"

di Iacopo Nathan

"Forza ragazzi, via con un’altra notte". Sorrisi nonostante la fatica di una lunga giornata di lavoro, l’ultima sistemata al basco rosso, la divisa che si chiude e le luci dell’ambulanza che si accendono. Inizia così, in piazza Beccaria in un normale mercoledì sera l’ennesima serata dei volontari Cisom per il progetto Secondi, insieme ai medici dell’associazione Anelli Mancanti.

I ragazzi del corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, infatti, tutte le settimane si ritrovano e di notte per le vie della città vanno a trovare i senza tetto per portargli aiuti di tutti i tipi. Oltre a vestiti, cibo e acqua, infatti, la particolarità del servizio è la presenza di tre medici che, su base volontaria, svolgono test Covid e del pungi dito. Abbiamo avuto la fortuna di poter vivere una notte insieme ai volontari. Due mezzi, un’ambulanza con i tre medici e tre volontari e un furgone con altri 4 ragazzi.

"Serve tanta forza di volontà, ma poi non si riesce più a farne a meno – racconta Gianluca Frasca, Capogruppo del Cisom di Firenze -. La cosa importante è cercare di tenere sempre alto il morale della squadra". La prima direzione è l’esterno degli ambulatori Santa Rosa, dove ci sono tre persone tra coperte e cartoni. Vengono distribuite magliette, cioccolatini, panini e the caldo.

Non mancano le richieste di aiuto, tra chi ha bisogno di coperte, chi di calzini o di scarpe. "Ci scriviamo sempre tutto quello che ci chiedono – spiegano -, in modo da arrivare il mercoledì dopo pronti a portare tutto quello che serve". Si passa alla seconda parte del servizio, i controlli medici. Si inizia con i tamponi Covid, che quasi tutti accettano di fare, per passare al controllo di Hiv ed epatite tramite il pungidito, che invece molti scansano.

"Oggi facciamo solo due fermate, perché sono molto intense – continua Gianluca -. Nel sottopassaggio delle Cure ci sono sempre almeno 5 persone, ma ci hanno detto che da tempo sono ancora di più". Un ragazzo giovanissimo rimane praticamente chiuso nel suo sacco a pelo, a parte il tempo di prendere un panino e rifiutare gli esami medici. In due invece, con un sorriso spalancato, accettano tutto con entusiasmo, a partire dal cibo. Si chiamano Rang e Rohan, entrambi del 1974 originari dello Sri Lanka, migliori amici. "Stavolta ti fai fare gli esami e stai zitto. – dice Rohan a Rang - Dovete sapere che è un testone, ha paura a farsi i tamponi e i controlli. Stavolta lo obbligo". "Non è vero che ho paura – risponde -. Solo che non mi piace molto fare queste cose (ride ndr)". Prosegue il giro frenetico tra vestiti, richieste e tamponi, cercando di parlare con tutti. "Anche questo servizio è andato, bravi ragazzi – dice Gianluca prima di rientrare sul furgone-. Siamo veramente un bel gruppo, e anche se è dura fare questi interventi è gratificante".