STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il cold case degli eccidi nazifascisti: "Furono le SS a compiere la strage della famiglia Einstein"

La moglie e le figlie di Robert, cugino dello scienziato Albert, vennero trucidate a villa il Focardo nell’agosto del 1944 . Esclusa la responsabilità dei soldati tedeschi del reggimento granatieri

La commemorazione a Rignano per l'eccidio della famiglia di Einstein (Foto Germogli)

Firenze, 26 aprile 2023 – Furono le SS a sterminare, nell’agosto del 1944, Agar Cesarina Mazzetti e Luce ed Anna Maria, 27 e 17 anni, figlie dell’ingegner Robert Einstein, ebreo e cugino di primo grado dello scienziato Albert? La strage di Villa Il Focardo, a Rignano sull’Arno, è il cold case degli eccidi nazifascisti, un buco nero nelle ricostruzioni storiche nel travagliato momento della Liberazione che neanche le ultime indagini della procura militare.

Ma proprio secondo il procuratore Marco De Paolis, nonostante l’archiviazione del fascicolo, fu una matrice antisemita a ispirare l’eccidio. E quel commando, composto da circa venti militari (senza dubbio tedeschi), non apparteneva al 104esimo Reggimento Granatieri della Wehrmacht , presente in quel periodo nella zona di Reggello, ma piuttosto una squadra addestrata alla “caccia agli ebrei“, come erano appunto i quadri delle Ss o della Gestapo.

A fondamento di questa tesi, la circostanza che il plotone che si presentò alla villa fra mezzogiorno e le due del pomeriggio del 3 agosto, cercava espressamente Robert, che per la sua attività patriottica, era finito nel mirino del controspionaggio nazista in Italia.

In casa, poi, c’erano anche la cognata, Seba Mazzetti, e le tre nipoti, Paola e Lorenza Mazzetti e Anna Maria Boldrini: dopo aver cercato Einstein dentro e fuori dalla villa, vennero costrette a lasciare il Focardo prima che i soldati trucidassero moglie e figlie dell’ingegnere.

Al termine dell’eccidio, i tedeschi appiccarono il fuoco alla villa, allontanandosi poi dalla zona.

Einstein, scampato all’esecuzione perché nascosto nei boschi, non si riprese mai da quella sciagura: cadde in una profonda depressione e il 13 luglio del 1945 pose fine alla sua vita inghiottendo 23 pasticche di tranquillanti.

L’eccidio di villa il Focardo aveva creato grande sconcerto nella gente del luogo. La commissione d’inchiesta americana aprì un’indagine su quei fatti, ma non arrivò a dare un nome più preciso al non meglio specificato "reparto di Ss" che aveva ammazzato a Rignano.

E della strage di villa il Focardo non c’era traccia neppure nel famigerato “armadio della vergogna“, da cui il procuratore De Paolis aveva tratto spinta per perseguire i responsabili di efferati crimini di guerra come quelli perpetrati a Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto o Civitella in Val di Chiana.

Fu Valdo Spini, nel 2005, a suggerire al pm di tentare di far luce su quei fatti, rimasti un enigma.

Dagli archivi militari della Deutsche Dienststelle di Berlino al Bundesarchiv di Friburgo furono acquisiti i nomi dei soldati che componevano il reggimento granatieri, il Panzergrenadier Regiment, e ne vennero rintracciati undici.

Ma a 60 anni di distanza, nessuno di loro aveva mai sentito parlare della famiglia Einstein, e dunque la procura militare ha escluso la loro responsabilità.

E nessuna indicazione utile è stata ricavata dai testimoni italiani ancora in vita: le nipoti dell’ingegnere, il partigiano Vasco Caldini, il parroco di Santo Stefano delle Corti don Giuseppe Agnoloni. Quest’ultimo, seppur incapace di fornire indicazioni precise, potette anch’egli escludere che gli autori dell’eccidio fossero soldati del Panzergrenadier Regiment, di cui lui stesso, nella sua chiesa, ne aveva ospitato un reparto. Le uniformi degli assassini erano diverse da quelle grigio-verdi del reggimento Granatieri, che per altro si era spostato da Reggello alla fine di luglio: erano più scure.