OLGA MUGNAINI
Cronaca

Henry Moore, il ritorno dopo mezzo secolo

Due opere del grande scultore inglese sul sagrato di San Miniato e in piazza Signoria a 50 anni dalla celebre mostra al Forte Belvedere

di Olga Mugnaini

A distanza di cinquant’anni, molte cose sono cambiate, altre non ci sono più. Solo la forza dell’arte è rimasta la stessa. Era il 20 maggio del 1972 quando le rivoluzionarie sculture di Herny Moore, con quelle fughe da e dentro la modernità, conquistarono il Forte Belvedere. Per l’inaugurazione arrivarono la principessa Margaret d’Inghilterra, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, il Primo Ministro inglese, Edward Heath, per stringere la mano all’artista inglese che aveva seguito di persona l’allestimento delle sue sculture monumentali sulle terrazze affacciate su Firenze

Un evento, si direbbe oggi, che richiamò 345.000 visitatori. Una mostra considerate fra le più importanti del XX secolo e spartiacque per Firenze, che da allora in poi ha scoperto la sua vocazione contemporanea, anche se con qualche inciampo nel decollare.

Oggi, la stessa Firenze, rende di nuovo omaggio al maestro con due opere monumentali installate in due luoghi iconici della città e in stretto dialogo con il patrimonio storico-artistico,,che resteranno visibili fino al prossimo 31 marzo: sono “Family Group” sul sacrato dell’abbazia di San Miniato a Monte; e “Large Interior Form” in piazza della Signoria, riunite sotto il titolo “Henry Moore in Florence”, a cura di Sebastiano Barassi, Head of Collections and Programmes della Henry Moore Foundation e da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento.

Ieri mattina, all’inaugurazione a San Miniato, c’era anche la figlia di Moore, Mary, che ha ricordato il legame del padre con l’arte italiana, a cominciare da Masaccio e Michelangelo. "A 50 anni dalla grande retrospettiva del ’72, Moore continua a sorprenderci e noi continuiamo ad omaggiarlo e a trovare nuove idee per continuare a mostrare le sue opere - ha detto il sindaco Nardella – Dopo quell’appuntamento epocale Moore è tornato in città più volte con varie e amate opere, l’ultima con l’esposizione del suo Guerriero con scudo a Palazzo Vecchio. Adesso lo incontreremo in varie parti della città".

"Oggi abbiamo il privilegio di accostare temporaneamente a quella mirabile Porta Coeli romanica che è San Miniato al Monte un’opera di Henry Moore, il celeberrimo Family Group - ha sottoineato Padre Bernardo Gianni, Abate d i San Miniato al Monte –. Con un accorato auspicio: che questa meravigliosa scultura, così capace di celebrare con silenziosa efficacia l’intreccio generativo di quelle domestiche e delicate relazioni innervate dalla reciprocità, propizi in tutti noi, l’intuizione che senza una vera scuola del dialogo, del desiderio e della pazienza le nuove generazioni troveranno sempre meno affidabili ragioni per sentirsi corresponsabili di un bene comune che non potrà non riguardare l’intera famiglia umana".

Risaliti ha ricordato che nelle due opere, Family Group e Large Interior Form, ricorrono due soggetti cari all’artista, che furono carattere distintivo di tutta la sua opera: la figura umana e l’esercizio della forma tra pieni e vuoti.