
Gli anni d’oro del "Cocoricò". Balli proibiti sul grande schermo
Un luogo che ha segnato un’epoca irripetibile di divertimento, feste, musica e libertà, la discoteca "Cocoricò" a Riccione. Gli anni ’90 di "Be my lover", tornano in un documentario di Francesco Tavella e Matteo Lolletti "Cocoricò Tapes", per rivere una notte di trent’anni fa. Prodotto da "Furia film" e "Sunset produzioni", dopo più di settanta proiezioni in venti città, arriva per la prima volta anche a Firenze. Il film vincitore di Ortigia film festival, andrà in onda al Cinema Astra in due appuntamenti: stasera alle 21 e domenica alle 13.30. Un documentario della generazione X, di tutti coloro che hanno vissuto la caduta del muro di Berlino e dunque un mondo libero e senza freni, un luogo attraversato da trasgressione e avanguardia. La pellicola racconterà gli anni del Cocoricò diretti da Loris Riccardi, quando il luogo era un vero e proprio tempio della notte, dove ogni sabato sera i ragazzi si riunivano come una sorta di rito collettivo.
Il documentario, dunque, non è un biografico della storica discoteca di Riccione, ma un viaggio, visivo e sonoro, nel decennio a cavallo tra la caduta del Muro e quella delle Torri Gemelle, attraverso i sogni e i desideri di quella generazione.
Nato grazie al ritrovamento di video amatoriali girati all’interno del locale, il documentario, prova a restituire al pubblico l’esperienza di una notte lì dentro, circondata da unicità. Lo fa con le musiche originali di Matteo Vallicelli unite al materiale d’archivio, e alle interviste, del tempo e di oggi, ai volti protagonisti in un montaggio incalzante e immersivo che rapisce il pubblico per più di sessanta minuti. "Era una cosa che potevi vivere, potevi toccare, ma che non potevi narrare", dice Riccardi.