Sandro
Rogari
Abbiamo sospettato che questo egoismo potesse indurli a non vaccinarsi e siamo stati smentiti. I nostri ventenni corrono a vaccinarsi certo per essere liberi, ma anche per solidarietà generazionale. Non vogliono essere il cavallo di Troia che porta in casa il virus, magari in modo silente, non manifesto.
Questa è una pagina nuova e inedita della storia di questa pandemia e che lascia bene sperare per il futuro del nostro paese. Siamo indotti dai media a immaginare la nostra società come un agone di tutti contro tutti.
Il conflitto permanente fra generazioni si assocerebbe al conflitto strutturale fra i generi. Come se la Natura, avendoci creato maschio e femmina, non avesse prodotto una utile e necessaria complementarietà e quindi parità di valore, insita in tutti gli elementi complementari. Come se gli adulti e gli anziani di oggi non fossero stati giovani, un tempo, e non avessero sperato in una vita lunga, proprio come i ventenni di oggi. La grande lezione che ci viene dai nostri ragazzi, assieme all’entusiasmo del quale ci hanno inondato quei giovani straordinari di ritorno da Tokyo, è lo spirito di solidarietà.
Donne e uomini, giovani e vecchi, siamo tutti imbarcati sulla stessa nave e la salvezza viene da quell’idem sentire de republica dei latini che solo può rendere la nostra comunità forte e capace di raccogliere le sfide. I giovani hanno dimostrato di partecipare di un’alta tensione etica.
Ora sono le generazioni più grandi a doversi impegnare per dare loro le opportunità che latitano.