Il Garante dei detenuti di Firenze: “Interventi urgenti contro i suicidi”

“Il sovraffollamento carcerario è un fenomeno drammatico"

Il carcere di Sollicciano

Il carcere di Sollicciano

Firenze, 19 aprile 2024 - "E' più che mai doveroso analizzare e decifrare il drammatico fenomeno del sovraffollamento carcerario, ribadendo, ancora una volta, con forza l'impellente necessità di interventi urgenti". Lo afferma in una nota il garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze, Eros Cruccolini, in occasione dell'appello della Conferenza nazionale dei garanti territoriali, alla politica e alla società civile, per il contrasto dei suicidi in carcere. "Ormai non si fa più in tempo ad enumerare i casi di suicidio che si è subito costretti ad aggiornarne l'agghiacciante elenco, è uno stillicidio insopportabile", sostiene Cruccolini, che ricorda l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dello scorso 18 marzo per "interventi urgenti" contro i suicidi in carcere. Per il garante di Firenze "è necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione".

All'interno degli istituti penitenziari, secondo Cruccolini, "è necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività 'trattamentali': culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l'aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate. Le telefonate devono essere aumentate anche nella durata, dagli attuali 10 minuti a 30 minuti. Devono essere sanate le piante organiche: a Sollicciano mancano 100 agenti di polizia penitenziaria, di questi 100, 55 fanno parte della piante organica ma sono distaccati altrove. Il numero degli educatori deve essere riportato a 11, attualmente sono solo cinque su una popolazione carceraria di 550 detenuti. Infine mancano i mediatori culturali, dato che il 60% dei detenuti sono stranieri".

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