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Riciclaggio e appropriazione indebita: assolti i fratelli Conticini. Renzi: “Qualcuno si scusi”

La vicenda giudiziaria era partita da un'inchiesta su una presunta sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all'assistenza all'infanzia in Africa

Un'aula di tribunale

Firenze, 19 giugno 2024 – Il lungo processo a carico tre fratelli Conticini, Alessandro, Luca e Andrea, quest'ultimo cognato di Matteo Renzi, è finito con l’assoluzione da parte del Tribunale di Firenze. La vicenda giudiziaria era partita da un'inchiesta su una presunta sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all'assistenza all'infanzia in Africa. I reati contestati: appropriazione indebita e autoriciclaggio ad Alessandro e Luca Conticini, e riciclaggio ad Andrea Conticini. Al centro delle indagini donazioni provenienti da Fondazione Pulitzer tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali.

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco e dall'allora pm Giuseppina Mione erano partite nel 2016. Nel giugno 2021 l'inizio del processo. All'udienza del 25 ottobre scorso il pm Turco aveva chiesto l'assoluzione per i reati di appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio perché il fatto non sussiste e non  procedere in merito al denaro erogato da Unicef per prescrizione del reato di appropriazione indebita.

"Dopo 8 anni di massacro mediatico, otto anni, mio cognato, Andrea Conticini è stato oggi assolto dalle accuse infamanti per cui talk, media, partiti politici mi hanno attaccato fin dalla campagna referendaria del 2016". Così Matteo Renzi sui social. "La tesi di fondo è che Andrea avesse partecipato a una grande truffa ai danni dei bambini africani e di Unicef. Assurdo! Una follia ridicola se non fosse che per otto anni i grillini, Di Battista, la Meloni (quando era ancora giustizialista), Il Fatto Quotidiano e tanti altri hanno attaccato mediaticamente Andrea, Matilde, le loro bambine. E ovviamente tutti noi. Oggi il Tribunale di Firenze ha affermato con sentenza che il fatto non sussiste". "Sussistono invece otto anni di dolore, di gogna, di fango, di difficoltà economiche, di conti corrente chiusi all'improvviso. E - per quello che vale - di ricadute politiche. Il Pm, manco a dirlo, era lo stesso di Open, lo stesso dei miei genitori, lo stesso delle mie conferenze. Un giorno qualcuno troverà la forza per raccontare che cosa ci hanno fatto davvero in questi anni. E qualcuno forse troverà il coraggio di chiedere scusa a cominciare dall'attuale Presidente del Consiglio che su questa vicenda speculò in modo miserabile. Io non ho voglia di pensarci oggi: oggi per me conta solo l'abbraccio a mio cognato, a mia sorella, alle mie nipoti e a tutta la famiglia. Volevano distruggerci, non ci sono riusciti".