REDAZIONE FIRENZE

Processo Astori, Francesca Fioretti in tribunale. Chiesti un anno e sei mesi per Galanti

Galanti, difeso dall'avvocato Sigfrido Fenyes, è imputato in qualità di direttore sanitario del Centro di riferimento di medicina dello sport dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi

Francesca Fioretti (New Press Photo)

Firenze, 2 aprile 2021 - E' ripreso questa mattina al tribunale di Firenze il processo con rito abbreviato per la morte di Davide Astori, l'ex capitano della Fiorentina trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 in una camera d'albergo a Udine dove era in trasferta con la squadra.

Per la scomparsa del giocatore unico imputato con l'accusa di omicidio colposo è il professore Giorgio Galanti, ex direttore del centro di medicina dello sport di Careggi.

All'udienza, che si è aperta con la requisitoria del pubblico ministero Antonino Nastasi, per poi proseguire con le richieste dei legali di parte civile e con l'arringa del difensore di Galanti, l'avvocato Sigfrido Fenyes, è presente anche Francesca Fioretti, l'ex compagna di Astori. La donna, al suo arrivo al palazzo di giustizia, non ha rilasciato dichiarazioni.

Oggi in udienza ci sono state le conclusioni del pm Antonino Nastasi. Poi parola alle parti civili e alla difesa dell'imputato Giorgio Galanti, non presente in aula. La prossima udienza è stata fissata per eventuali repliche, dopo di che il giudice si ritirerà in camera di consiglio. Sentenza prevista per il 3 maggio.

Fioretti, attesa all'esterno da un gruppo di cronisti, non ha rilasciato dichiarazioni. 

Nastasi ha chiesto una condanna a 1 anno e 6 mesi, per omicidio colposo, per il medico Giorgio Galanti. Galanti, difeso dall'avvocato Sigfrido Fenyes, è imputato in qualità di direttore sanitario del Centro di riferimento di medicina dello sport dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. 

Nel corso della prima udienza del processo, lo scorso febbraio, sono stati ascoltati i due tecnici che hanno redatto la perizia disposta dal giudice, secondo la quale la morte del giocatore non avrebbe potuto essere evitata. I pm fiorentini contestano a Galanti, in qualità di direttore sanitario di Medicina dello sport dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, il rilascio di due diversi certificati di idoneità ad Astori, a luglio 2016 e a luglio 2017: documenti che sarebbero stati emessi anche se nelle prove da sforzo erano state rilevate delle aritmie. La visita del 2016 evidenziò un'aritmia del ventricolo sinistro, quella del 2017 una «sporadica extrasistolia ventricolare non precoce, singola a due morfologie per tutta la durata della prova», originata da «due focolai distinti».

Davide Astori morì tragicamente prima di una partita di calcio. Il 4 marzo 2018 venne trovato senza vita in un albergo di Udine che ospitava la Fiorentina prima della partita contro l'Udinese del 27 turno di Serie A. Della squadra Viola era il capitano, anche se nella sua carriera Astori aveva indossato anche le maglie del Cagliari e della Roma, e faceva parte anche della Nazionale Italiana. 

Tre anni fa, dopo la morte del calciatore, la procura del capoluogo friulano apri' un fascicolo. Successivamente venne eseguita l'autopsia e acquisite le cartelle cliniche del calciatore, contenenti l'idoneita' all'attivita' agonistica. Nel giugno del 2018, gli atti vennero trasmessi alla procura di Firenze, perche' venne ipotizzata una responsabilita' medica proprio in ordine alle visite medico-sportive effettuate dal professionista. I pm toscani affidarono una consulenza allo specialista di Padova, Domenico Corrado, e sulla base di quel parere, iscrissero sul registro degli indagati l'ultimo medico che aveva firmato l'idoneita' di Astori, il direttore della medicina sportiva di Careggi (oggi in pensione) Giorgio Galanti.

La posizione di un altro medico sportivo, Francesco Stagno, che aveva visitato il calciatore ai tempi del Cagliari, verra' poi archiviata. Mentre per Galanti e' scattata la richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i consulenti della procura, i risultati delle prove da sforzo a cui era stato sottoposto Astori sette mesi prima della sua morte, avrebbero dovuto suggerire ulteriori accertamenti, che avrebbero fatto scoprire la cardiomiopatia aritmogena di cui Astori soffriva. Ma alla consulenza di Padova ha risposto quella della difesa del professor Galanti, che ribalta le conclusioni dell'accusa e stabilisce che nessun esame avrebbe potuto indicare quel male del cuore del calciatore, che mai aveva avuto sintomi. Per questo, il giudice ha disposto una terza perizia, nel corso del procedimento con il rito abbreviato a cui ha deciso di aderire l'imputato, accusato di omicidio colposo. A firmare la terza perizia, un cardiologo e un medico legale di Torino, il professor Fiorenzo Gaita e il dottor Gianluca Bruno. "L'holter Ecg indicato all'interno delle linee guida cocis non e' stato eseguito - scrivono i due periti -. Avrebbe potuto, ma non con alta probabilita' (vista la variabilita' della aritmie) identificare aritmie maggiori che, se documentate, avrebbero indirizzato ad ulteriori indagini di terzo livello". Per quanto riguarda le possibilita' di evitare il decesso dell'atleta, sarebbe stato necessario il pronto intervento di un defibrillatore. Ma la morte di Astori avvenne nel sonno, mentre si trovava da solo nella camera d'albergo.

Stefano Brogioni