
Una delle foto presenti alla mostra
Tavarnelle Val di Pesa (Firenze), 12 dicembre 2015 - Mario Forconi è sicuramente uno dei cittadini più noti a tutta la comunità. Non passa mai inosservato in occasione di feste ed eventi pubblici dove, con la sua macchina fotografica sempre al seguito, scruta, osserva e poi immortala i momenti più importanti. Nel suo archivio, fra digitalizzate e su negativo, sono infatti presenti oltre 15 mila immagini di Tavarnelle, Barberino e frazioni. Foto attuali, che lui stesso ha scattato; e circa 7000 istantanee storiche che, con scrupolo e meticolosità, ha raccolto da tanti cittadini e ha duplicato, per comporre una sorta di album dei ricordi collettivo, dove chiunque, prima o poi, è destinato a riscoprirsi. In realtà Mario è un meccanico in pensione.
Quella per la fotografia è quindi una passione che va avanti ormai da più di 40 anni. «A casa ho ancora la camera oscura – spiega – con la quale sviluppavo i negativi e stampavo le mie foto, rigorosamente in bianco e nero. Dal 2000, con l'avvento del digitale, è molto più semplice fa tutto il computer. Ma la mia preferita resta la foto stampata». Un archivio, quello Forconi, che si connota sempre più come un'importante fonte storica: «Fra tutte le mie immagini, - aggiunge - sono circa 3500 quelle catalogate, con l'anno dello scatto e oltre 40 mila i nomi dei soggetti raffigurati».
E, proprio oggi alle 16,30, apre i battenti la mostra fotografica «Gruppo di famiglia in un interno», organizzata da Forconi in collaborazione con la Pro Loco di Tavarnelle. 62 scatti in bianco e nero, allestiti nello spazio espositivo al piano terra della sala consiliare, di nuclei familiari del luogo, in quasi cento anni di storia.
«Sono ritratti – prosegue Forconi – che le famiglie inviavano ai padri e ai figli in guerra, per far vedere come, nel frattempo, crescevano; è questo il motivo per cui gli uomini, specialmente i giovani, sono meno presenti. Una curiosità: per scattare la prima immagine, quella del 1873, vennero in tre persone da Firenze con il calesse. Erano davvero altri tempi». E di aneddoti da raccontare Forconi ne ha davvero tanti. «Ricordo – dice – la foto della prima bambola con gli occhi mobili arrivata a Tavarnelle, con la piccola di famiglia che la tiene stretta a sé. Quella invece a cui sono più legato è datata 1931, protagonista un bambino che passa a Comunione. Era il primo pezzo della mia famiglia che riuscivo a recuperare: si tratta del mio babbo da piccolo».