
"Io ho quel che ho donato". Non male come obiettivo per il prossimo anno. Specie per qualcuno che, come Simone Terreni, sta vivendo un momento professionalmente magico. Dopo il successo della convention per i 15 anni di VoipVoice nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio il mese scorso che lo ha visto protagonista, è di questi giorni l’inserimento del suo nome nella lista dei 100 Top Manager italiani stilata dalla rivista economica “Forbes“.
Un riconoscimento inaspettato?
"Sì, ma devo dire che abbiamo fatto una bel po’ di ’rumore’ con la convention di Firenze. E’ così, credo, che siamo entrati nel radar di Forbes. Ammetto che quando ho visto il mio nome insieme a quello degli a.d. di Ferrari, Cisco, Unicredit mi sono emozionato. Sono stati scelti i manager delle aziende che in questo periodo di crisi stanno comunque crescendo".
Come VoipVoice?
"Come VoipVoice. Nel 2020 abbiamo fatto più 40% di fatturato e oggi siamo a più 40%. Abbiamo fatto dieci assunzioni e stiamo cercando l’undicesima. Siamo 37 addetti e arriveremo a 38 e nel 2022 a 40".
Se continuate così dovrete ingrandirvi di nuovo...
"Dovremo farlo, sì, ma fuori dalla Toscana. Apriremo sedi in Lombardia e a Roma. Andremo in Lombardia visto che, con Piemonte e Veneto, è dove abbiamo il 60% del fatturato"
Questo vuol dire che la Toscana è digitalmente arretrata?
"Il tessuto toscano è di piccole e medie imprese, ma le aziende adatte ai nostri servizi sono localizzate al Nord perché il Nord ha più frecce nel suo arco rispetto alla Toscana. Poi abbiamo clienti grandi numeri in Sicilia, in Sardegna e anche in Toscana ovviamente"
Cosa pensa dell’impulso che arriva alla digitalizzazione dal Pnrr?
"Non sono informatissimo, ma penso che più riusciamo ad andare avanti nella digitalizzazione e meglio è. Quello che serve per far funzionare il sistema, comunque, è colmare il digital divide. Ho un cliente che vive nel centro di una città toscana e non riesce ad avere la connessione a Internet. Non va bene".
In quale classifica vorrebbe comparire il prossimo anno?
"Mi piacerebbe che la nostra realtà crescesse. Se cresciamo noi, crescono i nostri clienti e i collaboratori. L’importante non è in quale classifica compari,ma quello che riesci a dare. D’Annunzio diceva ’io ho quel che ho donato’. Ecco. vorrei questo: aiutare tante aziende a crescere. Siamo stati i primi nel mondo col Rinascimento. Dobbiamo tornare a esserlo".
Francesca Cavini