REDAZIONE FIRENZE

Ponte a Ema sulle barricate. Petizione per l’ambulatorio: "Non lasciateci senza medici"

Le firme raccolte sono oltre 500: i residenti si appellano a Comune e Asl "Punto importante per screening sui tumori". Italia Viva porta il caso in Consiglio .

L’ingresso dello studio medico di Ponte a Ema che rischia la chiusura per mancanza di medici

L’ingresso dello studio medico di Ponte a Ema che rischia la chiusura per mancanza di medici

Sono più di 500 le firme raccolte dai residenti di Ponte a Ema contro la paventata chiusura dell’ambulatorio di via Gualdrata: una piccola realtà ma non per questo meno vitale e importante per i residenti. La petizione popolare, nei prossimi giorni, verrà inviata al presidente del Quartiere 3 Serena Perini, all’assessore Nicola Paulesu e al presidente dell’Ordine dei medici di Firenze per cercare un appoggio nelle istituzioni affinché l’unico studio medico della frazione alle porte del capoluogo non tiri definitivamente giù il bandone. "L’ambulatorio – si legge nel documento – rischia di chiudere perché non si trovano medici disponibili, e quelli che qui svolgono attività professionale sono vicini al pensionamento o al raggiungimento del limite massimo consentito di pazienti. Questo è un grosso problema per tutta la comunità di Ponte a Ema che rischia a questo punto di rimanere orfana, in un futuro neanche troppo lontano, di un presidio essenziale". Lo studio di via Gualdrada è oltretutto da anni un punto di riferimento per quanto concerne la prevenzione e i test gratuiti per il melanoma, il tumore al seno e anche la misurazione dell’udito. "Molti residenti non sono autonomi o automuniti pertanto non avrebbero la possibilità di recarsi altrove. Qui poi trovano sempre accoglienza, un sorriso, ascolto e risposte alle loro problematiche". Per questo, i fiorentini di Ponte a Ema chiedono a gran voce "di trovare nuovi medici per dare l’infa a questo sudio (dove ci sono medici di base e specialisti) affinché possa restare un riferimento per la popolazione locale". Per il capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale Francesco Casini, che ha portato il caso all’attenzione della giunta Funaro, "serve un’azione tempestiva da parte di Palazzo Vecchio, in raccordo con la Società della Salute, per trovare nuovi medici disponibili a prendere servizio nel quartiere". Perché "la sanità territoriale è un pilastro della qualità della vita, soprattutto nelle periferie. E non possiamo permettere che venga meno". Intanto i cittadini si stanno mobilitando con una petizione e "io sarò al loro fianco in questa battaglia – conclude Casini – La voce della comunità merita di essere ascoltata e sostenuta. Il diritto alla salute e alla cura deve essere garantito a tutti, soprattutto in quelle zone dove i servizi, a partire dai trasporti, sono più scarsi e meno accessibili".

AnPassan