
Due immagini della manifestazione di protesta di ieri mattina degli studenti dell’Accademia di Belle Arti
"Noi a Pratolino non ci andiamo". È un coro quasi unanime quello che ieri mattina ha risuonato nel piazzale dell’Accademia di Belle Arti, dove circa cento studenti si sono radunati per protestare contro l’ipotesi di trasferire parte dei corsi del biennio in una sede distaccata alle porte della città.
L’intenzione della direzione parte da un’esigenza concreta: lo spazio. Con la crescita esponenziale degli iscritti, la sede di San Marco dell’Accademia rischia il sovraccarico. Da qui, l’idea — ancora in fase embrionale — di affittare locali nella villa di Pratolino, ex sede della Regione, e spostare lì alcuni corsi.
Ma gli studenti non ci stanno. Cartelli, striscioni, letture al microfono di un documento condiviso: la protesta si è fatta sentire. Al centro delle critiche ci sono la distanza, la scarsa accessibilità e l’assenza di servizi essenziali che inciderebbe su circa cento studenti e su una parte della segreteria e del personale operativo. "È complicato da raggiungere, soprattutto per chi arriva da fuori Firenze", dicono. Il trasporto pubblico è giudicato inadeguato, e la struttura — denunciano — sarebbe sprovvista di biblioteca, mensa e di un collegamento agevole. Il percorso per arrivarci viene descritto come sterrato e poco adatto al trasporto di materiali pesanti, indispensabili per le attività pratiche.
Dal canto suo la direttrice Gaia Bindi rivendica le ragioni del progetto: "Abbiamo superato i duemila iscritti e molte aule sono ormai sature. L’ipotesi di Pratolino nasce con l’obiettivo di migliorare le condizioni di studio e rendere le lezioni più funzionali. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’istruzione". La direzione assicura che, se la nuova sede dovesse diventare operativa, verranno previste facilitazioni per gli spostamenti. "Ci siamo già mossi con AT per avere agevolazioni sul trasporto pubblico e dal prossimo anno i ragazzi avranno le tariffe annuali scontate, con un regime identico a quello di Unifi. In più chiederemo un potenziamento delle linee. Vogliamo accompagnare il cambiamento con attenzione", precisa ancora Bindi. E sulla mensa, l’Accademia si dice pronta a studiare soluzioni compensative.
Nel frattempo, tra gli studenti cresce anche la richiesta di partecipazione: chiedono un’assemblea aperta con la direzione e i docenti, e maggiore trasparenza nelle decisioni che riguardano l’organizzazione interna. "Vogliamo sapere cosa sta succedendo – spiegano – e poter dire la nostra su ciò che incide direttamente sulla nostra vita di studio". Insomma, il confronto sembra solo all’inizio. Se da un lato la dirigenza difende la scelta dall’altro gli studenti promettono battaglia. Le prossime settimane potrebbero essere decisive per capire se e quando il progetto di Pratolino prenderà davvero forma.