
Spostare alcune opere di Marino Marini da Pistoia a Firenze ( in totale a Pistoia ci sono 2200 capolavori), creando di fatto due poli museali uniti ma al tempo stesso differenti tra loro. La volontà è quella del presidente della Fondazione Marini di Firenze e della Fondazione Marini di Pistoia Carlo Ferdinando Carnacini che ha presentato il nuovo consiglio di amministrazione della struttura fiorentina e un interessante programma di mostre. E’ l’aspetto politico, però, a tenere banco. Breve riassunto della vicenda: il Museo Marini di Pistoia è chiuso dal 2019 e, all’ipotesi di un trasferimento di tutte le opere a Firenze, si è opposto prima il Comune di Pistoia e poi la soprintendenza che aveva posto un vincolo di pertinenza, legando le opere di Marini alla sua città natale, appunto Pistoia. Nel 2021 il Tar aveva respinto il ricorso presentato dalla Fondazione Marini di Pistoia contro il vincolo pertinenziale e a marzo 2023 ci sarà la pronuncia del Consiglio di Stato. I fatti di come è la situazione adesso sono raccontati da Carnacini che non le manda certo a dire: "La sede di Pistoia, Palazzo Tau, ha bisogno di lavori. Oggi l’edificio non è a norma e non si conoscono i tempi di riapertura. È il Comune che deve provvedere ai lavori, il sindaco fa parte del cda quindi sa che si devono adeguare gli spazi prima di poter riaprire. La Fondazione di Pistoia resterà a Pistoia, così come l’archivio e gran parte delle opere: tuttavia ci sono capolavori che non possono restare in un magazzino perché è stato posto un vincolo dalla soprintendenza". Per questo motivo Carnacini parlerà con il nuovo soprintendente Antonella Ranaldi per cercare di ottenere il via libera al trasferimento di alcune opere: "Per me – precisa – un vincolo di opere di una fondazione privata in un edificio pubblico è abbastanza stravagante".
Una volta terminati i lavori a Pistoia resterebbero biblioteca, archivio, sede per la didattica e la sede della Fondazione. "I rapporti tra Firenze e Pistoia sono ottimi - rassicura Carnacini -. E voglio precisare che noi vogliamo assolutamente riaprire la sede di Pistoia". In attesa del Consiglio di Stato e di un confronto Ranaldi-Carnacini, è interessante il fatto che i rapporti tra le due città, in passato burrascosi, siano tornati normali. Nel frattempo il Museo Marini ha presentato il cda che vede membri come Sergio Risaliti e Barbara Cinelli. Si studia un nuovo piano di illuminazioni con luci a led (a basso consumo energetico) e su questo Intesa Sanpaolo ha mostrato disponibilità a dare un contributo. C’è naturalmente l’aspetto culturale e qui c’è attesa per la mostra ‘Seminarium’ di Jespert Just, dal 17 dicembre, una prima nazionale curata da Caroline Corbetta in cui l’artista danese presenterà le sue opere multimediali negli spazi della cripta duecentesca del Museo Marini. Tra le iniziative il prestito dell’opera "Cavaliere" a Palazzo Vecchio, nella sala Leone X, grazie anche al lavoro del vicesindaco Alessia Bettini.
Niccolò Gramigni