Fisica, il Nobel che arriva da Arcetri. Fiorentino un contributo fondamentale

Alcuni esperimenti alla base del riconoscimento effettuati all’Istituto di ottica

Fisica, il Nobel che arriva da Arcetri. Fiorentino un contributo fondamentale

Fisica, il Nobel che arriva da Arcetri. Fiorentino un contributo fondamentale

C’è anche un po’ di Firenze nel lungo percorso che ha portato l’Accademia di Svezia ad assegnare quest’anno il premio Nobel per la Fisica agli studiosi Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier per lo sviluppo di metodi sperimentali per la generazione di impulsi laser agli attosecondi, il ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ino) Marco Bellini ricorda che alcuni degli esperimenti che hanno portato ai risultati fondamentali per l’assegnazione del massimo riconoscimento hanno avuto luogo sulla collina di Arcetri nel 1998 quando, nel Laboratorio europeo di spettroscopie non-lineari (Lens), proprio Bellini mostrò per la prima volta il ruolo delle diverse traiettorie degli elettroni coinvolti nel processo di generazione di armoniche.

"Questo e altri esperimenti, svolti in collaborazione con Theodor Hänsch (premio Nobel per la Fisica nel 2005 per l’invenzione dei pettini di frequenza ottici) e con il gruppo di Anne L’Huillier, hanno gettato le basi per la realizzazione controllata di treni di impulsi agli attosecondi e per la nascita dell’attofisica, la scienza che studia tali fenomeni estremi - spiega Bellini (al centro nella foto fra Theodor Hänsch ed Anne L’Huillier nel laboratorio del Lund Laser Center di Lund (Svezia) nel 1997, durante uno degli esperimenti oggetto della collaborazione) - Il campo di ricerca aperto da questa nuova finestra di osservazione del mondo è oggi in piena espansione e promette applicazioni che spaziano dalla fisica, alla chimica, alla scienza dei materiali, fino allo sviluppo di nuove tecniche di diagnosi basate sulla rivelazione di molecole biologiche".

Quello di Arcetri, oltre alle scoperte di Orazio Svelto, il pioniere della ricerca sui laser, che ha lavorato a lungo al Politecnico di Milano, è un contributo fondamentale alla conquista del Premio. Per il Nobel Giorgio Parisi, "fra le applicazioni più strabilianti della tecnica inventata da Svelto va ricordata la ‘fotografia’ del moto degli elettroni in molecole di idrogeno o di interesse biologico". Il laser, prosegue Parisi, "fu inventato nel1960, da allora sono più di 20 gli scienziati premiati con il Nobel per lo sviluppo e l’utilizzo di questa tecnologia. Fa piacere annotare - conclude - che l’Italia è protagonista in questo settore con il Politecnico di Milano e il Lens di Firenze. Occorre sostenere questi poli di eccellenza con fondi adeguati e concorsi per giovani ricercatori".

Duccio Moschella

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