ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Malata di leucemia a cinquant’anni, chiede all’Asl il suicidio assistito. Il caso alla commissione di esperti

Si tratta di una forma particolarmente avanzata e aggressiva della patologia: la donna è ricoverata a Firenze. L’azienda sanitaria ha già designato gli specialisti che verificheranno la sussistenza dei requisiti necessari

Una struttura sanitaria (foto di repertorio)

Una struttura sanitaria (foto di repertorio)

Firenze, 16 ottobre 2023 – Ha deciso di chiedere il suicidio assistito. La sua malattia non le consente più di vivere dignitosamente. Per quanto doloroso sia scegliere di morire è deciso il passo di una donna cinquantenne ricoverata in ospedale a Firenze per una forma particolarmente aggressiva e avanzata di leucemia. Si è rivolta all’Asl Toscana centro per ottenere il farmaco letale: se riceverà il via liberà potrà autosomministrarlo quando vorrà, e se lo vorrà ancora, assistita dal servizio sanitario.

E’ la prima volta che all’azienda sanitaria Toscana centro arriva una richiesta in tal senso. E diversamente da quanto avvenuto a Perugia nei giorni scorsi, dove è stato il tribunale a costringere con una sentenza la Usl Umbria 1 a farlo, l’Asl Toscana centro ha già deliberato la costituzione della commissione aziendale di valutazione per la verifica dei requisiti. Si tratta del primo passo necessario.

Nel nostro Paese non c’è una legge sul suicidio assistito. Nella passata legislatura, dopo quattro anni a galleggio in commissione Affari sociali e dopo l’approvazione alla Camera, il testo unificato non è stato approvato dal Senato per questioni di tempo. In assenza di legge a disciplinare il suicidio assistito è la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale: la cosiddetta sentenza Cappato, che aveva assolto l’ex eurodeputato dall’accusa di istigazione al suicidio per aver accompagnato Dj Fabo a togliersi la vita in Svizzera. La Consulta con quella sentenza rende legale il suicidio assistito se e solo se vengono soddisfatte contemporaneamente quattro condizioni. Il paziente dev’essere affetto da una patologia irreversibile che causa sofferenze fisiche e/o psicologiche che la persona reputa intollerabili. La volontà del paziente deve manifestarsi in modo chiaro, esplicito e univoco con un consenso libero e consapevole. Poi c’è un’altra condizione, quella che più fa discutere: il malato dev’essere dipendente da trattamenti di sostegno vitale.

La commissione dell’Asl Toscana centro è stata designata dal direttore sanitario Emanuele Gori. I membri che hanno accettato l’incarico valuteranno la legittimità delle richieste richieste di suicidio assistito alla luce dei requisiti indicati nella sentenza della Consulta: si faranno dunque carico della prima richiesta arrivata all’Asl di accedere al farmaco letale.

Della commissione fanno parte il medico specializzato in cure palliative Andrea Messeri, lo psichiatra Riccardo Pietro Dalle Luche, lo psicologo Alessandro Toccafondi, l’anestesista rianimatore Guglielmo Consales, un medico specializzato nella patologia del richiedente (che viene individuato caso per caso) e il medico legale Donato Genzano. Se la commissione valuterà la sussistenza di tutti i requisiti sarà scelto il farmaco più appropriato, successivamente il comitato etico darà il suo parere. Scegliere di morire.