ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Non ci resta che ridere al Carmine

Il classico di Benigni e Troisi 'Non ci resta che piangere', proiettato sulla facciata della chiesa

La lettera a Savonarola: una delle celebri scene di Non ci resta che piangere

Firenze, 10 agosto 2019 -  «Quanti  siete? Un fiorino...». E giù risate, per una gag rivista mille e mille volte ma immarcescibile nella sua veste di classico della commedia italiana. In origine era il 1984, la critica mugugnava ma i cinema si riempivano per vedere ‘Non ci resta che piangere’. La toscanità di Roberto Benigni e la napoletanità di Massimo Troisi componevano una miscela esplosiva e pazienza se il film alla lunga usciva un po’ dai binari e si sfilacciava. Ancora oggi rivederlo, risentirne i dialoghi suscita ilarità unita all’affetto per la maschera comica e malinconica di Troisi che ha lasciato le scene troppo presto.

Ed ecco perché, a trentacinque anni dalla sua realizzazione e a venticinque dalla scomparsa del grande attore di San Giorgio a Cremano, quella pellicola dolce e disincantata sarà al centro di una serata della memoria il 17 settembre, con una proiezione sulla facciata della chiesa del Carmine. Seguendo la scia di eventi simili degli anni scorsi, promossi dall’associazione culturale Bang! in collaborazione con l’amministrazione comunale, sarà il culmine di una serata che prevede anche uno speciale sulla pellicola.

Una tipologia di rievocazione che era stata inaugurata alla chiesa di Santo Spirito nel 2015, con “Amici miei” nel suo quarantesimo compleanno e a cento anni dalla nascita di Mario Monicelli. Il bis nel 2016, sempre in piazza Santo Spirito, con “Il ciclone” di Leonardo Pieraccioni in occasione del ventennale dall’uscita nelle sale cinematografiche.

Quindi, lo scorso anno, in piazza del Carmine, era stata l’occasione del tributo a Francesco Nuti per i trenta anni dall’uscita di “Caruso Pascoski”. L’assessorato alla cultura guidato da Tommaso Sacchi prosegue ora nell’operazione sposando in pieno la filosofia della valorizzazione delle grandi maschere della commedia fiorentina e toscana. Tocca ora a Roberto Benigni e, a proposito di ricorrenze, all’evocazione di Leonardo da Vinci di cui ricorrono i cinquecento anni dalla morte. Per non dire del «santissimo Savonarola»... Una serata per ridere e ricordare.